Oltre 200 opere dell'artista statunitense in mostra fino al 29 novembre al Folkwang Museum
Voleva che la sua arte fosse per tutti e infatti la portò sui muri di Harlem e sui gadget: felpe, portachiavi, sottobicchieri che volle in vendita in un suo negozio di Soho. Keith Haring l'artista americano dalla carriera breve e ricca è forse uno dei creativi più iconici del 900. A Lui il museo Folkwang di Essen dedica una retrospettiva.
"Era già uno degli artisti che diceva, e lo ha fatto molto presto, che l'arte deve andare verso il pubblico, lasciare lo spazio del museo, ampliare la definizione di cosa sia un artista, cercare nuove vie di diffusione, di partecipazione - dice Peter Gorschlueter, Direttore del Museo Folkwang - e così facendo ha infranto non solo i confini dello schermo, ma anche quelli delle istituzioni artistiche".
La retrospettiva è sull'uomo a tuttotondo, su Haring come performer e attivista. Nella New York degli anni 80 era impegnato contro il razzismo, l'omofobia, l'inquinamento.
"E' speciale ancora oggi: è un artista che non nasconde nulla e vuole rendere tutto visibile", dice Hans-Jürgen Lechtreck, curatore.
Omosessuale si impegnò anche nella lotta all'Aids, malattia di cui lui stesso morì nel 90 a soli 31 anni. La mostra si apre questo venerdì al Museo Folkwang di Essen, in Germania, e durerà fino al 29 novembre. Conta oltre 200 opere.