"Jihad", la tragicommedia belga che porta a teatro i foreign fighters

"Jihad", la tragicommedia belga che porta a teatro i foreign fighters
Di Debora Gandini
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Parlare di jihad attraverso l'ironia teatrale, per esorcizzare la paura e combattere il terrorismo

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Continua a far parlare Jihad-. Lo spettacolo teatrale del regista Ismail Saidi racconta il viaggio di tre giovani, originari di Bruxelles, verso la Siria, sfidando convenzioni e luoghi comuni.Protagonisti Ben, Reda e Ismael e il loro viaggio verso la radicalizzazione. Un tema d’attualità su un fenomeno che riguarda il Belgio molto da vicino. Il regista, nato da genitori marocchini e cresciuto nella capitale belga, lo scorso ha perso diversi amici negli attacchi all’aeroporto.

Theatre and European Muslims: A theatrical “jihad” offers Belgians some comic relief | The Economist https://t.co/GDKuFl13hf

— #THEATRE (@RusseLucas) 22 giugno 2016

“Quando si è giovani e c‘è qualcuno che ti racconta alcune verità che già conosci, cose che accadono nella realtà, ti fermi a pensare. Quello che mi spaventa della jihad, e penso a ciò che mi ha terrorizzato fin dall’inizio, è che ho scritto una storia accaduta circa 25 anni fa. Non era destinata ad essere attuale, non è stata concepita per catturare i giovani di oggi e quando i media mi dicono che sono un visionario, io risponde:. ‘No, ho scritto una cosa del passato. Ma in realtà parla di loro”, racconta il regista.

La realtà è che molti europei si sono recati in Siria per combattere a fianco dell’Isil, foreign fighters che sono tornati per compiere attentati come quelli di novembre a Parigi che hanno fatto oltre 130 morti, come gli attacchi a Bruxelles che hanno ucciso 32 persone. Secondo il regista per molti la radicalizzazione è stato un processo molto veloce. “Se penso alla jihad, se penso che si costringa anche solo una una bambina di sei anni a portare un velo, allora dico che abbiamo un problema. Se io insegno a mio figlio che mangiare carne di maiale è un peccato, che andrà all’inferno, e glielo ripeto per molto tempo, allora abbiamo un problema serio. Questo ha portato a tutto quello che ci circonda”, prosegue Ismail Saidi.

“We try to kill the fear. That’s our job with art” Ismail Saidi on #Djihad & radicalization https://t.co/UV7P350HUUpic.twitter.com/xh3Q8r4Nij

— q (@cbcradioq) 24 gennaio 2016

Uno studio condotto nel 2016 dal Centro Internazionale contro il terrorismo, con sede nei Paesi Bassi, ha scoperto che i paesi con il più altro numero di foreign fighters sono Francia, Germania e Regno Unito. “In realtà ho scritto questa commedia anche per dire che è tutto a posto. Non voglio che i miei figli conoscano il terrore. So cosa vuol dire essere nati da genitori stranieri, in un altro paese, crescere, ascoltare le cretinate degli imam, ascoltare discorsi senza senso, leggere libri assurdi. Questo deve finire”, sottolinea il regista.

Lo spettacolo Jihad” è rimasto in scena in Belgio per più di un anno. Poi è approdato sui palcoscenici francesi. Un successo di pubblico e di critica.

L'art contre la #radicalisation : Djihad, pièce d'Ismail Saidi, en première nord-americaine au mnbaq</a> !<a href="https://twitter.com/hashtag/ConfQcUNESCO?src=hash">#ConfQcUNESCO</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/Qu%C3%A9bec?src=hash">#Québec</a> <a href="https://t.co/DOLNBBeWIV">pic.twitter.com/DOLNBBeWIV</a></p>&mdash; La France à Québec (FranceQC) 30 ottobre 2016

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