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Dazi Usa, borse europee in calo: l’Ue cerca il dialogo ma valuta contromisure

La bandiera dell'Unione europea si trova nell'atrio della sede del Consiglio europeo a Bruxelles. 17 giugno 2024.
La bandiera dell'Unione europea si trova nell'atrio della sede del Consiglio europeo a Bruxelles. 17 giugno 2024. Diritti d'autore  AP/Omar Havana
Diritti d'autore AP/Omar Havana
Di Eleanor Butler
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I mercati europei iniziano la settimana in negativo dopo l’annuncio di dazi del 30 per cento da parte del presidente Trump. Bruxelles punta al negoziato, ma prepara la risposta

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Le borse europee aprono la settimana in territorio negativo, zavorrate dalle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Lunedì mattina, i principali indici del continente hanno reagito con vendite diffuse all'annuncio a sorpresa del presidente americano Donald Trump di introdurre nuovi dazi del 30 per cento sulle merci provenienti dall’Unione europea, a partire dal 1° agosto.

Intorno alle 9:30 CEST, il CAC 40 francese era in calo dello 0,52 per cento a 7.788,23, il FTSE 100 britannico perdeva lo 0,38 per cento a 8.941,12 e il DAX tedesco cedeva lo 0,85 per cento a 24.049,73. Ribassi simili anche per l’IBEX 35 spagnolo (-0,80 per cento a 13.897,80) e per il FTSE MIB italiano, in discesa dello 0,86 per cento a 39.726,27. L’indice paneuropeo STOXX 600 scivolava dello 0,48 per cento, mentre lo STOXX 50 segnava un -0,83 per cento.

Il crollo segue la dichiarazione di Trump, diffusa sabato, in cui il presidente ha confermato l’introduzione di tariffe del 30 per cento non solo sull’Ue, ma anche sulle merci in arrivo dal Messico. La notizia ha colto di sorpresa i mercati e ha innescato una riunione urgente dei ministri del commercio europei, convocata per la mattina di lunedì a Bruxelles.

“Nessuna ritorsione prima del 1° agosto”

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che l’Ue non intende adottare misure di ritorsione immediate, preferendo tentare la via del dialogo. “Non imporremo dazi prima del 1° agosto”, ha detto, “vogliamo lasciare spazio a un negoziato serio”.

Una posizione condivisa anche dal ministro degli Esteri danese Lars Løkke Rasmussen, che ha commentato: “Non dovremmo imporre contromisure in questa fase, ma dovremmo essere pronti ad usare tutti gli strumenti della cassetta degli attrezzi. Vogliamo un accordo, ma come dice il vecchio detto: se vuoi la pace, preparati alla guerra”.

Maroš Šefčovič, rappresentante commerciale dell’Ue nei colloqui con gli Stati Uniti, ha ribadito l’importanza del negoziato: “Sono assolutamente sicuro che una soluzione negoziata sia molto meglio della tensione che potremmo avere dopo il 1° agosto”, ha detto ai giornalisti a Bruxelles. “Ma non possiamo accettare un'incertezza perpetua causata da dazi ingiustificati. Dobbiamo prepararci a tutti gli scenari, comprese contromisure proporzionate e ben ponderate”.

Uno scontro che dura da mesi

L’attuale crisi commerciale è solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di tensioni tra Washington e Bruxelles. A maggio, Trump aveva minacciato un’imposizione tariffaria del 50 per cento sulle esportazioni europee, salvo poi ritrattare, mantenendo però dazi su settori specifici come acciaio, alluminio e automobili.

L’aggressivo ritorno al protezionismo della Casa Bianca sembra confermare la strategia isolazionista della presidenza Trump in vista delle elezioni di novembre, puntando a rafforzare la produzione interna anche a costo di scontri commerciali con storici alleati.

Bruxelles guarda ad est: summit in Cina e nuovi accordi nel Pacifico

Nel tentativo di diversificare i partner commerciali, l’Ue intensifica la diplomazia economica in Asia. A fine mese è previsto un vertice con la Cina, nonostante i disaccordi sul presunto dumping di merci a basso costo. Lo scorso anno l’Ue aveva già introdotto dazi contro alcuni prodotti cinesi.

Oltre a Pechino, Bruxelles sta cercando relazioni più strette anche con altri paesi dell’area del Pacifico. La visita nel fine settimana del primo ministro indonesiano nella capitale europea ha portato alla firma di un nuovo partenariato economico, e sono in programma colloqui con Corea del Sud, Giappone, Vietnam, Singapore e Filippine.

Difesa e geopolitica: Macron rilancia la spesa militare

Le tensioni internazionali non si riflettono solo sui mercati e sul commercio. Domenica, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato un aumento della spesa militare di 6,5 miliardi di euro entro il 2027. La Francia incrementerà il bilancio della difesa di 3,5 miliardi nel 2026 e di altri 3 miliardi l’anno successivo, nel tentativo di rafforzare la posizione geopolitica del paese e dell’Europa nel suo complesso.

Nonostante queste iniziative, il clima tra gli investitori resta improntato alla cautela. Finché non si chiarirà l’esito delle trattative con Washington, i mercati europei continueranno a risentire di una crescente incertezza.

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