Il tasso di disoccupazione dell’Eurozona cala al 6,2 per cento ad aprile 2025, toccando il minimo storico. Inflazione stabile, energia meno costosa e transizione verde spingono il mercato del lavoro
Ad aprile 2025 il tasso di disoccupazione nell’Eurozona è sceso al 6,2 per cento, in calo rispetto al 6,3 per cento registrato a marzo, secondo i dati diffusi da Eurostat.
Si tratta di una soglia storica, che eguaglia il minimo assoluto raggiunto nel dicembre 2024, confermando la tenuta del mercato del lavoro europeo in un contesto economico in graduale ripresa.
Il miglioramento è attribuito a una combinazione di fattori economici positivi, tra cui il calo dei prezzi dell’energia, la stabilizzazione dell’inflazione e una nuova dinamica occupazionale legata alla transizione verde e digitale in corso nell’Unione europea.
Energia e inflazione più stabili
Uno dei fattori chiave che ha favorito la riduzione della disoccupazione è stato l’allentamento della pressione sui costi energetici e sui beni intermedi. Dopo due anni segnati da forte volatilità, i prezzi dell’energia sono tornati su livelli più gestibili, consentendo alle imprese di liberare risorse per mantenere l’occupazione.
Allo stesso tempo, l’inflazione si è stabilizzata, migliorando le prospettive economiche e consentendo alle aziende di pianificare con maggiore sicurezza. Questo scenario ha ridotto la necessità di tagli al personale per far fronte alle spese operative.
Un ulteriore impulso positivo è arrivato dalla transizione ecologica e digitale. Gli investimenti pubblici e privati nei settori dell’efficienza energetica, della digitalizzazione e dell’economia circolare hanno generato nuove opportunità lavorative, soprattutto nei comparti della tecnologia, dell’ingegneria e dei servizi ambientali.
Secondo analisti economici europei, il Green Deal europeo e il piano Next Generation EU stanno già mostrando effetti tangibili sull’occupazione, favorendo una ripresa più sostenibile e resiliente.
Disoccupazione in calo anche tra i giovani
Anche il tasso di disoccupazione giovanile nell’Eurozona, che riguarda le persone sotto i 25 anni in cerca di lavoro, ha mostrato segnali incoraggianti. Ad aprile è sceso al 14,4 per cento, in calo rispetto al 14,8 per cento di marzo, toccando il minimo degli ultimi quattro mesi.
Questo dato riflette non solo un miglioramento generale del mercato del lavoro, ma anche politiche mirate all’occupazione giovanile, come stage retribuiti, incentivi all’assunzione e programmi di formazione in settori ad alta crescita.
Situazione occupazionale nei principali Paesi dell’Eurozona
La fotografia dell’occupazione nei principali Stati membri dell’Eurozona mostra forti differenze. La Germania si conferma tra i Paesi con il miglior tasso di occupazione, con una disoccupazione al 3,6 per cento ad aprile. Seguono i Paesi Bassi, con il 3,8 per cento.
Situazione diversa in Spagna, che registra ancora il tasso di disoccupazione più elevato tra i grandi Paesi dell’area euro, pari al 10,9 per cento. In Francia, la disoccupazione si attesta al 7,1 per cento, mentre l’Italia fa segnare un 5,9 per cento, rimanendo comunque al di sotto della media dell’Eurozona.
Il numero dei disoccupati in calo in tutta l’Unione Europea
Nel complesso, il numero di disoccupati nell’Eurozona è diminuito di 207.000 unità rispetto a marzo, portando il totale a 10,7 milioni di persone. Allargando lo sguardo all’intera Unione europea, i disoccupati ad aprile 2025 sono stati 12,9 milioni, con una riduzione di 188.000 unità rispetto al mese precedente.
Questi numeri consolidano il trend positivo e lasciano intravedere una graduale ripresa occupazionale, che potrebbe consolidarsi nei prossimi mesi grazie anche a un possibile allentamento della politica monetaria da parte della Banca Centrale Europea.
Il calo della disoccupazione nell’Eurozona ad aprile rappresenta un segnale incoraggiante per le economie europee, alle prese con le conseguenze della crisi energetica e delle tensioni geopolitiche. Tuttavia, permangono forti disparità territoriali che richiedono un approccio coordinato a livello europeo.
Per consolidare i progressi, sarà fondamentale continuare a sostenere le transizioni in corso, garantire formazione e inclusione, e rendere il mercato del lavoro più agile e resiliente di fronte alle sfide future.