La casa automobilistica europea è ancora alla ricerca di un nuovo capo dopo le dimissioni di Carlos Tavares a dicembre, in seguito a un anno di cali delle vendite. Martedì gli investitori hanno premiato l'ex amministratore delegato con un controverso pacchetto retributivo
Martedì gli azionisti di Stellantis hanno approvato un pacchetto retributivo finale di 23,1 milioni di euro per l'ex amministratore delegato Carlos Tavares.
Circa il 67 per cento degli investitori ha votato a favore della mozione durante l'assemblea generale annuale della casa automobilistica ad Amsterdam.
Il compenso comprende uno stipendio base di due milioni di euro, una "spesa per prestazioni post-pensionamento" di 500mila euro e oltre venti milioni di euro come parte di un pacchetto di incentivi a lungo termine, concepito per premiare il personale in caso di raggiungimento di obiettivi importanti.
Le critiche al compenso milionario di Tavares votato dagli azionisti di Stellantis
Il compenso di Tavares non è esente da critiche. Prima dell'assemblea generale, Allianz Global Investors e Proxinvest avevano incoraggiato gli azionisti a respingere la proposta, soprattutto alla luce dei risultati deludenti ottenuti da Stellantis lo scorso anno.
"Il pacchetto retributivo di 23,1 milioni di euro per l'ex amministratore delegato proposto nella relazione sulla remunerazione appare eccessivamente generoso, soprattutto alla luce dei risultati operativi poco brillanti e delle circostanze che hanno portato alle dimissioni forzate dell'amministratore delegato", ha dichiarato Allianz Global Investors in un comunicato della scorsa settimana.
"L'impatto del profit warning sulla retribuzione variabile si riflette solo sul bonus (con un payout pari a zero) ma non sulle altre componenti della retribuzione variabile, che gli garantirebbero comunque un payout di 20,5 milioni di euro", si legge nel comunicato.
Tavares, che sarebbe dovuto rimanere nel suo ruolo fino all'inizio del 2026, si è dimesso a dicembre dopo un grave calo delle vendite di Stellantis negli Stati Uniti e in Europa, che ha colpito i profitti.
La casa automobilistica ha emesso un annuncio sulla riduzione dei profitti previsti alla fine del 2024, prevedendo che il suo margine operativo rettificato sarebbe stato tra il 5,5 per cento e il sette per cento per l'anno, rispetto alla precedente previsione del dieci per cento. Stellantis ha aggiunto che il flusso di cassa libero sarebbe stato in rosso, tra i 5 e i 10 miliardi di euro, rispetto a una previsione positiva.
Stellantis verso l'elezione di un nuovo amministratore delegato
Tavares si era scontrato con il consiglio di amministrazione di Stellantis per la sua strategia di elettrificazione. L'amministratore delegato era intenzionato a spingere le vendite di veicoli elettrici a batteria al cento per cento in Europa entro il 2030, mentre il consiglio di amministrazione voleva rallentare il ritmo della trasformazione.
Dopo le dimissioni dell'amministratore delegato, Stellantis ha dichiarato che la ricerca di un nuovo leader si sarebbe conclusa entro la prima metà del 2025, nominando il presidente John Elkann come capo ad interim. Martedì Reuters ha riportato che Stellantis ha ridotto la rosa dei candidati a cinque, citando due persone a conoscenza della questione.
Il voto di questa settimana non rappresenta la prima volta che la retribuzione di Tavares viene esaminata. Nel 2022, il 52 per cento degli azionisti votanti di Stellantis ha respinto un pacchetto di compensi per l'amministratore delegato, quando la sua retribuzione ammontava a 19,2 milioni di euro nel 2021, al netto degli incentivi a lungo termine.
Mentre Stellantis si trovava in gravi difficoltà l'anno scorso, anche i politici, tra cui il vice primo ministro italiano Matteo Salvini, hanno criticato Tavares per aver intascato un compenso così elevato. Tavares ha guidato Stellantis fin dalla sua creazione nel 2021, nata dalla fusione di Fiat Chrysler e Psa Group.
I dazi di Trump sulle auto e l'impatto su Stellantis
Gli investitori cercheranno di fare chiarezza in seguito ai cambiamenti di rotta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in materia di dazi sulle auto. Il 3 aprile Trump ha imposto un dazio del 25 per cento sulle importazioni di auto negli Stati Uniti, mentre il 3 maggio entrerà in vigore una tariffa sulle componenti delle auto.
Questa settimana, il presidente ha tuttavia suggerito di essere aperto a delle esenzioni, sostenendo che potrebbero dare alle case automobilistiche il tempo di spostare la produzione negli Stati Uniti.
"Sto valutando qualcosa per aiutare alcune aziende automobilistiche", ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale. "E hanno bisogno di un po' di tempo perché le produrranno qui, ma hanno bisogno di un po' di tempo", ha aggiunto il tycoon.
Gli analisti notano che sarà difficile per Trump portare i produttori di auto negli Stati Uniti, soprattutto a causa della natura volatile delle sue politiche commerciali. Dato che lo spostamento della produzione richiede tempi lunghi, molte aziende non saranno disposte a investire in un'operazione del genere finché la situazione tariffaria non sarà chiara.
"Con l'attuale percorso di tariffe dolorose e regolamenti troppo rigidi, le industrie automobilistiche americane ed europee sono a rischio", ha dichiarato il presidente John Elkann durante l'assemblea degli azionisti della casa automobilistica. Elkann ha tuttavia dichiarato di essere "incoraggiato" dalla prospettiva di una tregua tariffaria per le case automobilistiche.