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I protagonisti della guerra commerciale tra Unione europea e Stati Uniti

I protagonisti dei negoziati commerciali UE-USA.
I protagonisti dei negoziati commerciali UE-USA. Diritti d'autore  Euronews with Associated Press.
Diritti d'autore Euronews with Associated Press.
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Dal commissario europeo Maroš Šefčovič all'influente consigliere statunitense Peter Navarro, Euronews analizza i principali attori della guerra commerciale tra Ue e Usa

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La guerra commerciale tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti sta entrando nel vivo.

La decisione di Donald Trump di colpire l'Unione con un dazio universale del venti per cento ha messo a soqquadro i legami commerciali tra le due sponde dell'Atlantico, minacciando di smantellare catene di approvvigionamento affidabili, di far lievitare i costi di produzione, di alimentare l'inflazione, di distruggere imprese redditizie e di cancellare un valore incalcolabile di importazioni ed esportazioni.

Le tariffe commerciali, che Washington ha definito "reciproche" ma che Bruxelles ha definito "non credibili né giustificate", sono viste come un tentativo di ridisegnare unilateralmente l'ordine economico multilaterale stabilito dopo la Seconda guerra mondiale. Lo stesso ordine che l'Ue ha costantemente difeso e promosso attraverso numerosi accordi commerciali.

Con miliardi di euro a rischio di cancellazione, l'Ue sta insistendo sulla necessità di trovare una soluzione negoziata, tenendo le carte coperte in caso di ritorsione.

Ecco i protagonisti della guerra commerciale.

Il ruolo della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen

Ursula von der Leyen si è posizionata saldamente in prima linea nella guerra commerciale.

Il motivo è evidente. La Commissione europea da lei guidata ha la competenza esclusiva di determinare la politica commerciale del blocco dei 27 Paesi, il che le dà un ampio margine di manovra per decidere come reagire alle dirompenti tariffe di Trump.

Von der Leyen ha già fatto un'offerta per abbassare i toni: un accordo "zero per zero" per rimuovere tutte le tariffe sui beni industriali.

Ursula von der Leyen
Ursula von der Leyen European Union, 2025.

"L'Europa è sempre pronta a un buon accordo. Quindi lo teniamo sul tavolo", ha dichiarato lunedì la presidente della Commissione. "Ma siamo anche pronti a rispondere con contromisure e a difendere i nostri interessi".

Se il braccio di ferro dovesse inasprirsi, spetterà a von der Leyen decidere quali settori dell'economia statunitense saranno colpiti e quali risparmiati. Sarà inoltre lei ad avere l'ultima parola sull'attivazione o meno dello Strumento Anti-Coercizione (Aci), che la Commissione non ha mai utilizzato dalla sua introduzione nel 2023.

Von der Leyen si trova però di fronte a un'importante sfida, la mancanza di comunicazione. La presidente della Commissione non ha più parlato con Trump dopo una telefonata di congratulazioni per la sua vittoria elettorale.

Il commissario europeo per il commercio Maroš Šefčovič

Dopo la sua inaspettata nomina a Commissario europeo per il commercio, Maroš Šefčovič non sapeva che presto si sarebbe trovato a gestire una guerra commerciale senza esclusione di colpi.

Il 58enne slovacco, noto a Bruxelles per il suo sorriso appariscente e le sue cravatte colorate, ha il potente anche se in questo caso poco invidiabile compito di gestire le relazioni commerciali del blocco, diventando così la persona di riferimento dopo la presidente von der Leyen.

Maroš Šefčovič.
Maroš Šefčovič. European Union, 2025.

Šefčovič si è recato due volte a Washington e ha tenuto diverse telefonate con le sue controparti statunitensi nel tentativo di comprendere meglio quale potrebbe essere la prossima mossa di Trump. Finora è tornato completamente a mani vuote, un segnale inquietante per i negoziati futuri.

"Siamo chiari: impegnare gli Stati Uniti richiederà tempo e sforzi", ha ammonito Šefčovič dopo una riunione dei ministri del commercio in Lussemburgo, "gli Stati Uniti considerano le tariffe non come un passo tattico, ma come una misura correttiva. Siamo pienamente pronti a sederci al tavolo dei negoziati quando i nostri partner statunitensi saranno pronti".

Sotto il sorriso Šefčovič porta con sé una notevole esperienza negoziale, dopo avere ricoperto il ruolo di uomo chiave per l'esecutivo dell'Ue nell'accordo con il Regno Unito sulla Brexit.

Bjoern Seibert: l'operatore ombra della guerra commerciale

Solo chi è immerso nella politica dell'Ue conosce il nome di Bjoern Seibert.

Il capo di gabinetto di von der Leyen, dai modi misurati, è stato spesso definito un mediatore che esercita una grande influenza nell'ombra.

Seibert si è rivelato determinante nel rafforzare i legami tra l'Ue e gli Stati Uniti, sviluppando stretti contatti con persone chiave dell'amministrazione di Joe Biden.

Bjoern Seibert.
Bjoern Seibert. European Union, 2024.

Ma questa rete preziosa è evaporata da un giorno all'altro quando Trump e il suo team hanno preso il controllo della Casa Bianca, costringendo Seibert a ripartire da zero. Lo stretto collaboratore di Von der Leyen si è unito a Šefčovič nel suo ultimo viaggio a Washington, segno del suo profondo coinvolgimento nel processo.

In precedenza, si era recato nella capitale statunitense da solo per incontrare i membri del Consiglio di sicurezza nazionale e del Consiglio economico nazionale di Trump.

Il tedesco è in contatto regolare con gli ambasciatori a Bruxelles per garantire che gli Stati membri siano debitamente informati e, cosa fondamentale, siano d'accordo con le iniziative della Commissione. È affiancato da Tomas Baert, consigliere commerciale di von der Leyen.

Sabine Weyand e la Direzione generale del commercio

Mentre von der Leyen, Šefčovič e Seibert operano al più alto livello politico, a Bruxelles ci sono centinaia di esperti ben preparati e collaudati che si occupano di commercio a livello tecnico, esaminando pazientemente i dettagli per trovare le importazioni statunitensi da assoggettare a contro-tariffe. Tra questi, un ruolo di rilievo è ricoperto da Sabine Weyand

Sabine Weyand.
Sabine Weyand. European Union, 2022.

Funzionaria di lungo corso della Commissione, Weyand è a capo della potente Direzione generale del commercio (Dg commercio) e ha una visione panoramica e privilegiata di tutte le decisioni commerciali che riguardano beni, servizi, proprietà intellettuale e investimenti esteri. Sotto il comando di von der Leyen, la Dg commercio ha ampliato il suo arsenale di misure di difesa commerciale, rendendo il dipartimento più reattivo e assertivo.

Le credenziali di Weyand saranno utili per la guerra commerciale: è stata vice capo negoziatore dell'Ue per la Brexit e ha guidato la conclusione di diversi accordi di libero scambio, tra cui l'accordo Ue-Mercosur, che riunisce 780 milioni di consumatori.

I leader dell'Ue divisi sulla guerra dei dazi

La Commissione europea può anche avere competenza esclusiva sul commercio, ma questo non significa necessariamente che possa procedere da sola.

Von der Leyen dovrà assicurarsi il consenso degli Stati membri per garantire un fronte unito e coerente contro la Casa Bianca. Dopotutto, si prevede che i dazi saranno molto dannosi per le economie nazionali, quindi parlare direttamente con i leader dell'Ue è indispensabile per comprendere e gestire la guerra commerciale.

I leader di Grecia, Italia e Paesi Bassi durante un vertice dell'Ue
I leader di Grecia, Italia e Paesi Bassi durante un vertice dell'Ue European Union, 2025.

Ma i leader, come da tradizione, sono divisi su come procedere. Alcuni, come il presidente francese Emmanuel Macron, vogliono andare fino in fondo e mettere in campo le opzioni più dure. Altri, come la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, auspicano un approccio misurato che si concentri sui negoziati piuttosto che su ritorsioni immediate. Dietro le quinte, i leader stanno facendo pressioni su von der Leyen affinché risparmi settori sensibili e lucrativi.

Il modo in cui si svolgerà il dibattito determinerà ciò che accadrà in seguito. Le contromisure della Commissione possono essere bloccate con una maggioranza qualificata di Stati membri.

I piani del presidente Usa Donald Trump per i dazi reciproci

L'immagine di Donald Trump che rivela i suoi sedicenti "dazi reciproci" su un grande grafico è diventata rapidamente iconica.

Dopo averle evocate in campagna elettorale, le tariffe commerciali ora sono un elemento centrale della sua seconda presidenza.

Il presidente ha ripetutamente evocato la prosperità dell'età dell'oro statunitense per giustificare l'imposizione dei dazi punitivi, dipingendo la sua iniziativa senza precedenti come l'unico modo possibile per riequilibrare i deficit commerciali del Paese. Nemmeno le forti proteste degli investitori, molti dei quali hanno sostenuto la sua rielezione, hanno indebolito la sua determinazione.

Donald Trump.
Donald Trump. Mark Schiefelbein/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.

Secondo la Casa Bianca, le tariffe commerciali rimarranno in vigore fino a quando il presidente non concluderà che "la minaccia rappresentata dal deficit commerciale e dal sottostante trattamento non reciproco è soddisfatta, risolta o attenuata".

La condizione lascia interamente alla discrezione di Trump la decisione, caso per caso, della durata delle misure.

Trump ha attaccato l'Ue dipingendola come un "monopolio" che si è formato come "forza unificata" contro gli Stati Uniti. Il tycoon ha già respinto l'offerta di un accordo tariffario "zero per zero", chiedendo invece al blocco di aumentare gli acquisti di energia statunitense e di far sparire il deficit commerciale "in una settimana".

"L'Ue è stata molto dura nel corso degli anni. È stata, dico sempre, è stata formata per danneggiare davvero gli Stati Uniti nel commercio", ha detto Trump. "Non sarà così. Deve essere equo e reciproco. Deve essere equo. Non è giusto".

J.D. Vance e le critiche all'Unione europea

Da quando si è insediato, il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance ha attaccato ferocemente l'Ue per le sue normative digitali, la politica migratoria, le spese per la difesa e la presunta mancanza di libertà di parola. Il suo scontro con Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale ha causato costernazione e ha scatenato un'ondata di solidarietà da parte dei leader dell'Ue nei confronti del presidente ucraino.

Più recentemente, Vance ha difeso i dazi di Trump contro i suoi numerosi critici. In un'intervista a Fox News, il vicepresidente ha dichiarato che i dazi sono un "grande cambiamento" e che i loro presunti benefici richiederanno tempo per arrivare. "Quello che chiedo alla gente di apprezzare è che non risolveremo le cose da un giorno all'altro", ha detto Vance.

JD Vance.
JD Vance. Jose Luis Magana/AP

Con Vance che ha assunto un ruolo attivo nel processo decisionale della Casa Bianca dopo che Trump lo ha incaricato di trovare un nuovo acquirente per TikTok, l'Ue potrebbe non avere altra scelta che trattare direttamente con l'uomo che ha pubblicamente rimproverato l'Unione.

È interessante notare che, come riporta la Cnn, Vance si opponeva al protezionismo commerciale.

I funzionari per il commercio Usa Howard Lutnick e Jamieson Greer

Chi si chiama quando si vuole chiamare gli Stati Uniti?

Se si tratta di commercio, la risposta più ovvia è Howard Lutnick, segretario al Commercio degli Stati Uniti, e Jamieson Greer, rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti.

Sono queste le due persone con cui Maroš Šefčovič ha parlato nelle ultime settimane, cercando, senza successo, di trovare un compromesso fattibile. Mentre Greer mantiene un profilo basso, Lutnick cerca i riflettori.

Howard Lutnick (sinistra) e Jamieson Greer (destra)
Howard Lutnick (sinistra) e Jamieson Greer (destra) Associated Press.

Il segretario al Commercio, miliardario ed ex amministratore delegato di Cantor Fitzgerald, è una presenza regolare nei programmi di informazione, dove pronuncia battute provocatorie in stile trumpiano.

Condivide un approccio ideologico alle tariffe simile a quello del presidente, arrivando a dire che "ne varrebbe la pena" anche se portassero a una recessione.

Come Trump, anche Lutnick si è opposto al deficit commerciale che gli Stati Uniti hanno con l'Ue. "L'Unione Europea non prende il pollo dall'America. Non prendono aragoste dall'America. Odiano la nostra carne perché la nostra è bella e la loro è debole", ha detto Lutnick la scorsa settimana. "È incredibile".

Il consigliere di Trump per il commercio Peter Navarro: l'evangelista delle tariffe

Il fatto che Šefčovič abbia tenuto diversi incontri e telefonate infruttuose con Lutnick e Greer ha fatto sorgere una domanda imbarazzante: sta parlando con le persone che comandano?

Una di queste persone è Peter Navarro, un fedelissimo di Trump che ha trascorso quattro mesi in prigione dopo essere stato accusato di oltraggio al Congresso per l'indagine del 6 gennaio.

Con un dottorato in economia conseguito all'Università di Harvard, Navarro è stato un fervente critico degli accordi di libero scambio e un accanito sostenitore dei dazi come soluzione ai deficit commerciali.

Si avvicina all'economia attraverso la lente della sicurezza nazionale e ha scritto diversi libri in cui espone le sue opinioni da falco sulla Cina. Nel 2019 è stato rivelato che Navarro ha inventato il personaggio "Ron Vara" per citare se stesso nel suo libro Death by China.

Peter Navarro.
Peter Navarro. Ben Curtis/Copyright 2025 The AP. All rights reserved

Ora è il consigliere senior di Trump per il commercio e la produzione.

In un articolo pubblicato sul Financial Times, Navarro ha criticato i Paesi stranieri per la loro "raffica di armi non tariffarie", come l'imposta sul valore aggiunto (Iva), la manipolazione della valuta e gli standard di prodotto, che a suo dire "strangolano" le esportazioni statunitensi.

"Gli Stati Uniti ora si adegueranno ai dazi sostanzialmente più alti e alle pesanti barriere non tariffarie imposte da altre nazioni", ha scritto Navarro. "Questo non è un negoziato. Per gli Stati Uniti è un'emergenza nazionale innescata dai deficit commerciali causati da un sistema truccato".

Le voci più influenti alla Casa Bianca nella guerra commerciale

Le strade che portano a Trump sono molte. Nella squadra economica del presidente ci sono anche Scott Bessent, segretario al Tesoro, Kevin Hassett, direttore del Consiglio economico nazionale, che è l'omologo di Seibert, e Stephen Miran, presidente del Consiglio dei consiglieri economici.

Bessent, gestore di hedge fund formatosi a Yale, è considerato uno dei personaggi più moderati della Casa Bianca e ha esortato i Paesi a negoziare con Trump per abbassare il livello delle tariffe, che secondo lui sono ora al "massimo".

"Il presidente Trump sarà coinvolto personalmente in questi negoziati e crede, come molti di noi, che ci sia stato un campo di gioco iniquo, quindi i negoziati saranno duri", ha detto Bessent a Fox News.

Donald Trump con i membri del suo gabinetto
Donald Trump con i membri del suo gabinetto Evelyn Hockstein/AP

Più vicini al presidente sono Susie Wiles, il suo capo dello staff e guardiana dei media, Stephen Miller, il vice capo dello staff e l'architetto della politica migratoria di Trump, e i membri della famiglia del tycoon, tra cui Donald Trump Jr, Eric Trump e sua moglie Lara Trump.

E naturalmente c'è Elon Musk, l'amministratore delegato di Tesla e X, a cui è stata assegnata un'importante posizione non di gabinetto nell'amministrazione per ridurre il bilancio federale. In particolare, Musk non ha abbracciato le tariffe commerciali con lo stesso fervore della cerchia ristretta di Trump. Il miliardario si è pubblicamente scagliato contro Navarro, definendolo "un vero idiota", e ha appoggiato l'idea di una "zona a dazi zero" tra Stati Uniti e Unione Europea.

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