Levata di scudi in buona parte del mondo contro i dazi imposti su acciaio e alluminio dalla nuova amministrazione Usa. Tutti studiano contromisure, ma il presidente Trump ha già promesso che in caso modificherà ulteriormente le tariffe doganali
Buona parte del mondo sta reagendo all'annuncio fatto nei giorni scorsi dal Presidente Donald Trump che tutte le importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti saranno tassate almeno al 25 per cento.
Trump ha rimosso lunedì le eccezioni e le esenzioni ai dazi sull'acciaio introdotte nel 2018, durante il suo primo mandato presidenziale, e ha anche aumentato le tariffe doganali sull'alluminio dal 10 al 25 per cento.
I leader dell'Unione Europea hanno promesso che i dazi "non resteranno senza risposta" e saranno accolti con dure contromisure, mentre il primo ministro canadese Justin Trudeau ha detto che i canadesi "si opporranno con forza e fermezza" ai nuovi dazi.
"L'acciaio e l'alluminio canadesi sono utilizzati in una serie di industrie americane chiave, che si tratti di difesa, cantieristica, manifattura, energia, automobili. Insieme rendiamo il Nord America più competitivo", ha detto Trudeau, che ha negoziato tuttavia la sospensione di un mese delle misure statunitensi.
"Nelle prossime settimane lavoreremo con l'amministrazione americana per evidenziare l'impatto negativo di questi dazi inaccettabili su americani e canadesi", ha dichiarato il premier di Ottawa ai giornalisti a Parigi a margine del summit europeo sull'AI.
Il Messico e il Brasile si oppongono ai dazi Usa
Anche il ministro messicano dell'Economia, Marco Ebrard, si è opposto con forza ai dazi annunciati dalla Casa Bianca, sottolineando come il Messico importi più acciaio e alluminio dagli Stati Uniti di quanto ne esporti.
Gli Usa hanno accordato al Messico trenta giorni di sospensione delle misure doganali in cambio di un rafforzamento dei controlli dei flussi migratori alle frontiere, come fatto dal Canada.
Ebrard ha annunciato che sfrutterà questo periodo per presentare i dati reali della bilancia commerciale tra i due Paesi all'amministrazione Trump, facendo appello al "buon senso" nella gestione delle relazioni commerciali bilaterali.
"Questo, come dice a volte il Presidente Trump, riguarda il buon senso. Ebbene, lo prendiamo in parola: cerchiamo di avere buon senso, di non darci la zappa sui piedi. Non distruggiamo ciò che abbiamo costruito negli ultimi 40 anni", ha detto Ebrard in una conferenza stampa congiunta con la presidente messicana Claudia Sheinbaum.
Gli esperti economici brasiliani hanno fatto eco agli avvertimenti del Messico, affermando che le tariffe aumenteranno i costi per gli americani, poiché gli Stati Uniti non sono autosufficienti nella produzione di acciaio e alluminio.
Il Brasile è un importante esportatore di acciaio e alluminio negli Stati Uniti e nel 2024 è stato il secondo fornitore dopo il Canada, secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti.
"Ciò che è noto è che immediatamente questo aumenta il costo della produzione americana, nella misura in cui non sono autosufficienti nella produzione di questi prodotti. E tutto ciò che viene prodotto con queste materie prime diventerà più costoso per il popolo americano stesso", ha dichiarato Gilberto Braga, professore dell'Istituto Ibmec, "quindi è possibile immaginare che ci possa essere spazio per un certo grado di conversazione".
Il Giappone chiede di essere esentato dai dazi Usa
Il segretario di Gabinetto del Giappone, Hayashi Yoshimasa, ha dichiarato che il suo governo ha inviato una richiesta di esenzione alle tariffe doganali tramite l'ambasciata giapponese negli Stati Uniti.
"Adotteremo misure ferme e necessarie, monitorando attentamente i dettagli e ogni possibile impatto (sul Giappone)", ha dichiarato Yoshimasa ai giornalisti durante una conferenza stampa a Tokyo.
Il presidente Trump ha annunciato mercoledì l'intenzione di reimpostare i dazi statunitensi su tutte le importazioni, in modo che corrispondano agli stessi livelli applicati dagli altri Paesi che prendano eventuali contromisure commerciali.
"Sentirete spesso questa parola. Reciproco", ha detto Trump ai giornalisti all'inizio della settimana, "se loro ci fanno pagare, noi facciamo pagare loro".