La preoccupazione per una riduzione dell'offerta di petrolio sul mercato, fa ancora salire il Brent e il WTI
La guerra in Libia e i timori di un blocco dell'estrazione di greggio continuano a far salire il prezzo del petrolio. Il Brent, che venerdì aveva sfondato quota 70 dollari al barile, si è attestato a 70,5; il WTI a 63,18.
La Libia esporta l'80% della sua produzione nell'Unione europea. In particolare il 32% va all'Italia, il 14% alla Germania, il 10% alla Francia, il 9% alla Spagna. Fuori dall'Europa il 10% va in Cina, il 5% negli Stati Uniti (fonte IEA).
Per il momento gli scontri sono lontani dai siti petroliferi. Tuttavia in passato conflitti ovunque in Libia hanno causato blocchi nella produzione per settimane: l'ultimo a giugno dell'anno scorso.
Il Paese possiede il 38% dell'oro nero africano. L'Eni, che dalla Libia dipende per oltre il 20% della sua produzione di idrocarburi, ha fatto sapere che la situazione è sotto controllo, e che al momento non ci sono rischi per i dipendenti, precisando che non è presente suo personale a Tripoli.
L'attività upstream del gruppo italiano si svolge offshore davanti alle coste della capitale e nel deserto libico, su una superficie complessiva di oltre 24mila chilometri quadrati.