Il Ministro britannico al Commercio analizza il momento delicato in seno al Governo, impegnato nella Brexit
Il Ministro britannico al Commercio, Liam Fox, analizza il momento delicato in seno al Governo di cui fa parte.
"Nell'ultima settimana ho notato una crescente disponibilità dei miei colleghi di entrambe le fazioni del Parlamento e tra coloro che hanno votato Leave o Remain, per raggiungere un accordo.
Penso ci sia una crescente consapevolezza nell'interesse di tutti, i Parlamentari laburisti hanno preso l'impegno ad arrivare alle elezioni generali, votando contro l'accordo del Governo.
Molti miei colleghi hanno preso una posizione rigida rispetto al backstop irlandese: ora cerchiamo di vedere come possiamo trovare un compromesso.
Il Governo sta cercando di capire se sulla questione irlandese possiamo fare progressi e se gli irlandesi vogliano o meno avere una "frontiera dura" con il Regno Unito.
Non vogliamo che ciò accada, il problema è che la revoca dell'accordo potrebbe portare il Regno Unito ad un**'unione doganale** per un tempo potenzialmente indefinito.
Questo è il motivo per cui un numero enorme di Parlamentari è preoccupato: ora, se riusciamo a trovare un modo per soddisfare il desiderio di entrambi i Governi, allora sarebbe in teoria quello giusto per andare avanti".
- In caso contrario, e non vi è alcun segno che Dublino o Bruxelles abbiano cambiato idea su questo, se non ci fosse alcun cambiamento sul backstop, allora si può dire che il Governo rimarrebbe senza accordo?
"La legge nel Regno Unito dice che i trattati europei non si applicheranno più dopo il 29 marzo, quindi ci sono due modi per evitarlo: il primo sarebbe cambiare la legge, il secondo sarebbe arrivare ad un accordo.
Se dovesse cambiare la legge ed estendersi l'articolo 50, ciò significherebbe quasi certamente che il Regno Unito dovrebbe confrontarsi con le elezioni europee.
Non credo che il Parlamento Europeo sarebbe troppo entusiasta di avere 70 Deputati britannici bloccati lì contro la loro volontà e non posso immaginare che i contribuenti britannici siano disposti a pagare felicemente il costo di quella campagna".