"Ritardo digitale? L'Europa deve puntare sui settori in cui è già leader"

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La commissaria europea alla digitalizzazione Mariya Gabiel auspica più investimenti nel settore, buona gestione del 5G e meno hate speech sul web

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Gregoire Lory, giornalista di euronews ha incontrato la commissaria europea all’economia e alla società digitali, Mariya Gabriel.
L’Unione europea ha fatto della digitalizzazione una delle sue priorità. I capi di Stato e di governo si sono riuniti il mese scorso a Tallin per un vertice dedicato alle trasformazioni tecnologiche e alle difficoltà che presentano per l’Europa.
Dietro la parola ‘digitale’ ci sono una serie di scommesse. La crescita economica, l’innovazione, ma anche la sicurezza e la libertà d’espressione. Nell’ambito della commissione europea qusti dossier sono in capo alla bulgara Mariya Gabriel, Commissario all’Economia e alla società digitali. Maryia Gabriel è incaricata di integrare il mercato digitale europeo, di sostenere le imprese innovative e di garantire la sicurezza delle reti per le imprese e i cittadini.

Lory: “Dove si posiziona l’Unione europea in un mercato digitale che affronta giganti come gli Stati Uniti e la Cina?”

Mariya Gabriel: “Vorrei iniziare dicendo che più di ieri, oggi le cose stanno cambiando. Sì, in alcune aree riconosciamo che non siamo all’avanguardia, per esempio per quanto riguarda le piattaforme informatiche. D’altra parte, però, l’Unione europea mantiene la sua leadership in alcune tecnologie meno visibili legate a Internet, ad esempio la nanorobotica, i chip di sicurezza, le automobili. Oggi abbiamo una sfida: è trasformare questo potenziale in leadership e allo stesso tempo promuovere un approccio che garantisca la sicurezza dei cittadini, i loro diritti fondamentali. E d’altra parte avere un posto di rilevanza globale che ci permetterà di andare avanti insieme ai nostri partner.
Questo presenta delle difficoltà. Una delle prime è l’investimento di maggiori fondi. Infatti se per certi versi siamo indietro, ad esempio, nei settori della telefonia mobile e delle piattaforme, è perché non abbiamo investito a sufficienza. Per noi è importante che nel nuovo codice delle telecomunicazioni, ad esempio, la questione dello spettro, che è il motore della rete 5G ad alta connettività, possa essere regolata rapidamente dagli Stati membri. È importante avere un approccio coordinato e una migliore gestione della durata delle licenze. Evitando di ripetere gli errori fatti ai tempi delle connessioni 3G e 4G”.

Lory: “Avete in mente di creare dei giganti della rete come gli americani google e facebook?”

Mariya Gabriel: “No. Non penso che dobbiamo perdere tempo a tentare di copiare quello che altri hanno già fatto. Dobbiamo focalizzarci su quello che abbiamo di innovativo. Dobbiamo accellerare i tempi: abbiamo messo sul piatto 24 iniziative legislative, sei sono andate in porto, dobbiamo avanzare più rapidamente”.

Lory: Sulla cybersecurity, cosa propone nello specifico per rassicurare i cittadini e le imprese, in modo che i loro dati siano protetti e che possano navigare in rete in sicurezza?

Mariya Gabriel: “Oggi le minacce informatiche non conoscono confini. Non esiste uno Stato membro che possa affrontare da solo questa sfida. È qualcosa di più, che può avere conseguenze estremamente gravi; l’80% delle aziende europee afferma di essere stata vittima di un cyber- attacco nell’ultimo anno. A settembre abbiamo presentato un pacchetto di misure volte a garantire che l’Unione europea porti un approccio comune. Prima di tutto rafforzando l’ENISA , l’Agenzia europea per la sicurezza informatica, per avere un ente il cui mandato non è temporaneo ma permanente, quindi un messaggio di stabilità compreso in una strategia a lungo termine. L’agenzia va dotata di budget e strumenti finanziari e anche di compiti più operativi.
Un altro elemento che mi sta a cuore quando si parla di cybersicurezza è ovviamente la nostra capacità comune di rispondere alle minacce. Oggi alla domanda ‘Chi fa cosa in caso di una crisi in grande scala?’, non abbiamo una risposta. La commissione a partire da settembre ha proposto di fornire una risposta. Per la prima volta abbiamo invitato gli Stati membri e le istituzioni, a discutere per accordarci sulla messa in opera di un meccanismo europeo di coordinamento in caso di attacco su grande scala”.

Lory: “Voi lavorate anche molto con le piattaforme sui contenuti: i messaggi illeciti, di odio o che difendono il terrorismo. Cosa bisogna fare? Bisogna legiferare perché le piattaforme informatiche possano andare più lontano e agire più rapidamente? O continuare una collaborazione affinché i contenuti illegali, illeciti, vengano rimossi?”

Mariya Gabriel: “Dal momento che abbiamo a che fare con fenomeni seri come hate speech, la propaganda terroristica, l’abuso sessuale dei bambini, dobbiamo agire fermamente. E di nuovo alla nostra maniera. In primo luogo dialogando con le piattaforme; otteniamo dei risultati. Ce lo dicono i numeri che crescono grazie a una relazione con le piattaforme che è regolare, stabile e intensificata.
Tuttavia, oggi abbiamo anche un altro messaggio da trasmettere: noi vogliamo che il 41% dei contenuti che rimangono sul web scompaia. Non desideriamo più contenuti che restino più di una settimana online poiché le analisi mostrano che il loro impatto maggiore avviene nelle prime due ore dopo la pubblicazione. Quindi, insieme alle piattaforme informatiche, vogliamo contribuire a una rapida ed efficace cancellazione, nel rispetto delle regole di trasparenza. Oggi il nostro obiettivo è chiaro: vorremmo intensificare il lavoro, vedere più risultati e in questo contesto ci riserviamo il diritto, attraverso una valutazione d’impatto, a un dialogo ancora più intenso con le piattaforme, per poi fare altri passi, se necessario”.

Lory: “Cosa vuol dire? Pensate che una tappa supplementare sia legiferare?”

Mariya Gabriel: “Da qui a maggio 2018 ci riserviamo anche il diritto di legiferare su questa materia, se i passi avanti non saranno sufficienti”.

Lory: “Uno degli argomenti di cui si parla di più è la tassazione dei giganti americani del web: google, facebook, amazon. Ci si interroga su quale debba essere la tassazione per queste società. Lei pensa che paghino un’imposta equa e giusta in Europa?”

Maryia Gabriel: “Se avessimo avuto la risposta non ci saremmo dati il termine di dicembre, insieme ai nostri partner dell’OCSE per ragionare su questa materia. Oggi abbiamo inviato un segnale: è una domanda che merita di essere posta. Si tratta di un problema che è emerso con un sistema fiscale immaginato per un’altra economia. Un’economia che non comprendeva quello che abbiamo oggi con la digitalizzazione. Oggi è importante rispondere a queste domande; qual è il luogo in cui si crea valore? La digitalizzazione ci pone delle sfide e poi è una questione di giustizia. Per l’ecosistema digitale, per il partenariato all’interno e all’esterno dell’Unione, perché possa davvero funzionare e svilupparsi, bisogna avere la sensazione che tutti abbiamo dei benefici. Come sapete, la questione è sul tavolo fino a dicembre; se non ci saranno dei progressi, ci riserviamo il diritto di agire”.

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