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Première Vision: ul sogno americano per l'industria tessile marocchina

Première Vision: ul sogno americano per l'industria tessile marocchina
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Di Euronews
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In un padiglione di New York si decide il futuro della moda negli Stati Uniti.

In un padiglione di New York si decide il futuro della moda negli Stati Uniti. 350 espositori e 4.500 acquirenti americani sono venuti qui per scoprire le tendenze dell’anno prossimo. Già presente a Parigi, Première Vision si aspetta grandi cose dalla Grande Mela, dice il direttore del salone, Gilles Lasbordes: “Première Vision New York assiste le aziende del tessile, degli accessori, adesso anche della pelle o dell’industria manifatturiera sul mercato americano, che è un mercato strategico, molto importante, perché è il secondo mercato della moda nel mondo dopo l’Europa”.

E un mercato di particolare interesse per i produttori marocchini. Negli Stati Uniti Ismael Daoudi spera di aumentare del 25 per cento il fatturato della sua attività di prêt-à-porter femminile. Negli ultimi anni, l’industria manifatturiera marocchina è cresciuta in flessibilità e rapidità lavorando con le compagnie europee, e ha imparato soprattutto a diversificarsi: “Quando entrate in una fabbrica in Marocco oggi – dice Ismael – non trovate un unico prodotto, trovate giacche, camicie, abiti da sera, pantaloni, eccetera… Questo non esiste in Asia o in altri paesi come la Turchia”.

I prodotti marocchini beneficiano dal 2006 di un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. A condizione che siano realizzati al 100 per cento in Marocco. L’origine marocchina diventa un argomento di vendita, svela lo stilista Martin L. Neuman: “Abbiamo preso la decisione consapevole di ostentare le nostre origini marocchine. Ho fatto fare questo ricamo Mmc Casablanca 1987 perché è inutile non dire che la nostra sede è in Marocco. Anzi, l’affermiamo molto chiaramente, è una referenza”.

È il primo anno che i produttori marocchini partecipano a questo salone, un grande passo avanti che potrebbe aiutare l’economia del paese a vivere il suo sogno americano.

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