Anche in Germania i fuochi d’artificio di Capodanno dividono l’opinione pubblica. Attivisti e veterinari denunciano gravi conseguenze per animali domestici e selvatici
Per molte persone, l’ultima settimana dell’anno inizia con l’acquisto di petardi e fuochi d’artificio nel supermercato di fiducia, in vista dei festeggiamenti di Capodanno.
In Germania, la vendita di fuochi d’artificio è consentita per legge solo negli ultimi tre giorni lavorativi dell’anno. Nel 2024, ciò corrisponde al 29, 30 e 31 dicembre. L’uso dei petardi è invece autorizzato esclusivamente tra il 31 dicembre e il 1° gennaio, ed è considerato da molti una tradizione irrinunciabile per salutare l’anno nuovo.
Non tutti, però, condividono questo entusiasmo. Le persone fuggite da zone di guerra e i veterani possono rivivere traumi a causa delle esplosioni, e la notte di Capodanno è particolarmente stressante anche per gli animali. Per questo motivo, numerosi attivisti per i diritti degli animali chiedono da tempo un divieto dei fuochi d’artificio.
Stato di allerta per giorni
L'attivista e influencer per i diritti degli animali Malte Zierden è a favore di un divieto dei petardi e ha spiegato a Euronews che "a Capodanno causiamo collettivamente sofferenza agli animali".
"Quello che per noi è un momento piacevole, per gli animali è una perdita di controllo. Il rumore arriva all'improvviso, in modo imprevedibile, senza alcuna via di fuga. Anche se questo caos dura solo una notte, i loro corpi spesso rimangono in uno stato di allarme per giorni", dice Zierden.
Zierden ha incassato oltre un milione di follower su Instagram con il suo lavoro di protezione degli animali e ha pubblicato un libro per bambini sulla sua amicizia con il piccione Oßkar.
Impegno per gli animali anche nelle zone di guerra
L’attivista si reca regolarmente anche in aree di crisi e di conflitto, come l’Ucraina, per salvare animali intrappolati nelle zone di combattimento. Proprio lì ha incontrato e salvato i suoi cani, Ma e 13.
“Per loro, la notte di Capodanno non è molto diversa da ciò che hanno vissuto in guerra”, racconta Zierden, riferendosi alle esplosioni improvvise, al disorientamento e alla paura. Secondo lui, per molti animali la notte di San Silvestro rappresenta un pericolo reale per la vita, anche in assenza di qualsiasi intenzione violenta.
Una sofferenza che continua dopo l’ultimo botto
“Il Capodanno viene spesso trattato politicamente come un problema stagionale: qualche giorno di rumore e poi tutto torna alla normalità. È una visione troppo miope”, sottolinea Zierden. “Per molti animali, la sofferenza non finisce con l’ultimo botto”.
L’attivista descrive quelli che definisce i “momenti di quiete dopo il frastuono”: animali immobili, tremanti, nascosti. “Non perché siano deboli, ma perché il loro corpo ha imparato che essere visibili è pericoloso. Soprattutto la sofferenza degli animali selvatici resta invisibile. Il fatto che avvenga nei boschi non significa che non esista. La maggior parte delle sofferenze a Capodanno avviene dove nessuno guarda”.
Effetti gravi su animali selvatici e domestici
Tom Terveer, dell’organizzazione per la protezione degli animali Notpfote, spiega che i sintomi causati dai petardi vanno dal tremore e dall’ansimare fino al disorientamento totale. Negli animali selvatici – come uccelli, ricci e cinghiali – il rumore e i lampi di luce possono provocare panico e stress estremo, con conseguenze potenzialmente fatali.
Gli uccelli possono volare a grandi altezze in preda al panico, consumando energia vitale in pieno inverno, mentre animali in letargo, come i ricci, possono essere strappati bruscamente dal sonno. Secondo Terveer, il numero di casi non segnalati è elevato, ma ogni anno gli effetti sono drammatici.
Fughe, incidenti e morti
“Solo in Germania, centinaia di cani fuggono durante la notte di Capodanno – circa 430 nel periodo 2024/25 – e non tutti vengono ritrovati vivi”, spiega Terveer. I decessi legati al panico sono in aumento: i conigli possono morire per infarto, mentre animali selvatici e uccelli spesso muoiono per sfinimento o dopo essersi schiantati contro edifici.
Anche gli animali da allevamento subiscono gravi conseguenze. “Cavalli in preda al panico possono sfondare le recinzioni e ferirsi gravemente”, aggiunge.
I petardi causano panico anche negli animali domestici: molti cani e gatti scappano dai loro proprietari e, secondo l’organizzazione Tasso e.V., alcuni muoiono o non vengono mai ricongiunti alle famiglie. Lo scorso anno, almeno due cani sono morti dopo essere fuggiti in autostrada in stato di panico.
“Danni collaterali delle nostre tradizioni”
Per questi motivi, Zierden è sempre più impegnato nella campagna per il divieto dei petardi. Sui social media condivide video informativi e promuove una petizione del sindacato di polizia di Berlino che chiede un divieto nazionale dei fuochi d’artificio. La petizione ha già raccolto oltre 2,4 milioni di firme.
Secondo un sondaggio Ipsos, tuttavia, circa il 69 per cento dei tedeschi considera ancora i fuochi d’artificio di Capodanno parte integrante della tradizione, anche se una quota crescente della popolazione è favorevole a restrizioni o divieti.
Una questione di coscienza
“Il dibattito è fondamentale”, afferma Zierden, chiarendo che per lui la questione non riguarda solo un divieto, ma una presa di coscienza collettiva.
“Ogni anno discutiamo se i fuochi d’artificio debbano continuare, ma ci chiediamo molto meno spesso quale prezzo paghino gli altri esseri viventi. La compassione cambia il comportamento in modo più duraturo di qualsiasi divieto. Una società matura si riconosce dalla sofferenza che è disposta a vedere”.
Zierden spera che gli animali non vengano più considerati “danni collaterali delle nostre tradizioni”.
“Gli animali non fanno solo parte del nostro ambiente, ma garantiscono la nostra stessa sopravvivenza. Il modo in cui li trattiamo dice molto su chi vogliamo essere come società”, conclude l’attivista, immaginando un futuro in cui “gli animali vengano trattati da pari a pari, non per pietà, ma per responsabilità”.