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Lettonia, migliaia di persone protestano contro il possibile ritiro dalla Convenzione di Istanbul

Manifestazione a Riga contro il potenziale ritiro della Lettonia dalla Convenzione di Istanbul, 6 novembre 2025
Manifestazione a Riga contro il potenziale ritiro della Lettonia dalla Convenzione di Istanbul, 6 novembre 2025 Diritti d'autore  EBU
Diritti d'autore EBU
Di Gavin Blackburn & Chiara Zampiva
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Firmato da 45 Paesi e dall'Unione europea, il trattato del Consiglio d'Europa ha lo scopo di rafforzare il sostegno alle donne vittime di violenza, compresi gli abusi domestici

Migliaia di manifestanti si sono riuniti a Riga, capitale lettone, giovedì sera per protestare contro il possibile ritiro del Paese dalla Convenzione di Istanbul.

Firmato da 45 Paesi e dall'Unione europea nel 2023, il trattato del Consiglio d'Europa ha lo scopo di rafforzare il sostegno alle donne vittime di violenza, compresi gli abusi domestici, nell'ambito della prevenzione e della lotta.

"È tempo di dare un segnale chiaro sia agli attuali deputati del Saeima (Parlamento lettone) sia a quelli che verranno dopo di loro: non permetteremo giochi politici a spese dei diritti umani", hanno scritto gli organizzatori della manifestazione in un comunicato.

La polizia lettone ha stimato che almeno 10 mila persone abbiano partecipato alla protesta "Proteggiamo la Madre Lettonia" a Riga, organizzata dalla Ong locale Marta Centre.

La manifestazione arriva pochi giorni dopo che il presidente Edgars Rinkēvičs ha dichiarato di voler rimandare la legge sull'uscita al Parlamento per un'ulteriore revisione.

Il 31 ottobre il Parlamento, ha votato il ritiro dalla Convenzione di Istanbul.

Il presidente della Lettonia Edgars Rinkēvičs si rivolge all'80esima sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, 24 settembre 2025
Il presidente della Lettonia Edgars Rinkēvičs si rivolge all'80esima sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, 24 settembre 2025 AP Photo

Solo 32 legislatori hanno votato per rimanere nel trattato, mentre 56 hanno votato per uscirne, affermando che il trattato promuove "un femminismo radicale basato sull'ideologia del genere". Ci sono state due astensioni.

Rinkēvičs ha dichiarato che il ritiro dal trattato avrebbe inviato un "messaggio contraddittorio".

"La ratifica e la denuncia della Convenzione durante un mandato della Saeima invia un messaggio contraddittorio sia alla società lettone che agli alleati della Lettonia a livello internazionale sulla disponibilità della Lettonia ad adempiere ai suoi obblighi internazionali in buona fede", ha dichiarato Rinkēvičs in una lettera.

"Va inoltre considerato che la Lettonia sarebbe il primo Stato membro dell'Unione europea a ritirarsi da un trattato internazionale sui diritti umani. Si dovrebbe valutare seriamente se tale azione sia compatibile con il principio di leale cooperazione sancito dal Trattato sull'Unione europea".

Protesta a Riga contro il potenziale ritiro della Lettonia dalla Convenzione di Istanbul, 6 novembre 2025
Manifestazione a Riga contro il potenziale ritiro della Lettonia dalla Convenzione di Istanbul, 6 novembre 2025 EBU

Rinkēvičs ha anche detto che potrebbe essere meglio che sia il prossimo parlamento a decidere sulla questione, dato che i lettoni si recheranno alle urne per le elezioni generali entro il 3 ottobre del prossimo anno, suggerendo che il Saeima parcheggi la questione per buona parte dell'anno.

Il presidente ha il diritto costituzionale di chiedere al Saeima di ripensare alla sua decisione, ma non può annullarla unilateralmente.

Gruppi e partiti politici ultraconservatori in tutta Europa hanno criticato il trattato, sostenendo che promuove "l'ideologia di genere", incoraggia la sperimentazione sessuale e danneggia i bambini.

I parlamentari dell'opposizione in Lettonia hanno avviato il processo di possibile ritiro dal trattato a settembre.

Il giorno del voto, la Commissione europea ha dichiarato che la Lettonia sarebbe stata comunque obbligata a rispettare le norme internazionali per la protezione delle donne.

La decisione di abbandonare la Convenzione di Istanbul è stata vista dalle organizzazioni della società civile come un passo indietro sui diritti fondamentali.

I legislatori lettoni assistono a una seduta a Riga, 11 agosto 2022
I legislatori lettoni assistono a una seduta a Riga, 11 agosto 2022 AP Photo

La Convenzione di Istanbul è un trattato che mira a prevenire e combattere la violenza contro le donne ed è stata firmata da tutti gli Stati membri dell'Unione europea e da diverse altre nazioni al di fuori dell'Ue, come il Regno Unito e la Norvegia.

L'Ue nel suo complesso ha aderito alla Convenzione di Istanbul nel 2023, rendendola un accordo giuridicamente vincolante per i 27 Stati membri nelle aree di competenza dell'Ue.

Questi includono le istituzioni dell'Ue e la pubblica amministrazione, la cooperazione giudiziaria nella lotta al crimine e il diritto di asilo.

Ma Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Lituania non hanno ratificato la Convenzione.

Risorse addizionali per questo articolo • AP

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