La Russia alza la pressione sulla Moldova con bot, fake news, propaganda religiosa e promesse energetiche. Obiettivo: influenzare il voto e destabilizzare l’Europa
Reti di bot, falsi decreti governativi e persino sacerdoti ortodossi legati a Mosca: la Russia ha intensificato la sua offensiva ibrida in Moldova in vista delle elezioni parlamentari di domenica.
Eugen Muravschi, analista del think tank moldavo WatchDog.md, ha spiegato a Euronews che Mosca sta impiegando “un arsenale di strumenti diversi, con un flusso di denaro tale da rendere difficile seguirne i movimenti”.
Acquisto di voti, campagne di disinformazione, bot online e uso sempre più massiccio delle criptovalute sono i principali mezzi messi in campo.
Disinformazione e manipolazione sociale
La disinformazione rimane al centro delle operazioni. Muravschi sottolinea come i bot vengano utilizzati per amplificare notizie false, attacchi al governo e messaggi anti-Ue. Una tendenza in crescita è anche il ricorso a influencer locali su Facebook e TikTok per raggiungere fasce di popolazione che normalmente non seguono la politica.
Tra gli strumenti più incisivi figurano i cosiddetti falsi ordini governativi, come quello che avrebbe imposto alle scuole di esporre poster Lgbtq+ o alle istituzioni pubbliche di issare bandiere arcobaleno.
La Russia sfrutta così un tema particolarmente sensibile in Moldova, Paese conservatore in cui le questioni legate ai diritti Lgbtq+ accendono forti divisioni.
Energia e religione come armi di pressione
Il ricatto energetico è un’altra leva efficace. “La promessa di gas ed elettricità a prezzi stracciati è estremamente attraente per le famiglie a basso reddito, concentrate più sulle bollette che sul futuro del Paese”, ha spiegato Muravschi.
Al tempo stesso, la Chiesa ortodossa fedele a Mosca viene usata per veicolare propaganda politica. La Commissione elettorale centrale ha già segnalato casi in cui sacerdoti hanno partecipato attivamente alla campagna, pratica vietata dalla legge moldava.
“Cavalli di Troia” politici e infoleader
Secondo WatchDog.md, Mosca non si limita a sostenere partiti dichiaratamente filorussi, ma promuove anche formazioni presentate come “pro-europee”. Un esempio è il blocco Alternativa, che raccoglie politici con legami ben documentati con la Russia: “È un modo per attrarre l’elettorato europeista e indirizzarlo a candidati in realtà fedeli a Mosca”, spiega Muravschi.
Sul piano tecnico, la novità è la creazione di una rete di “infoleader”: cittadini moldavi reali, addestrati e pagati per gestire più account e diffondere sistematicamente narrazioni favorevoli al Cremlino.
La risposta di Chișinău
Il governo moldavo ha rafforzato i controlli. Solo questa settimana sono state condotte 250 operazioni di polizia, con oltre 70 arresti, per smantellare un presunto piano russo volto a provocare disordini di massa e destabilizzare il Paese. Secondo il procuratore Victor Furtuna, l’operazione ha coinvolto più di 100 sospetti in varie località.
L’obiettivo strategico di Mosca
“Quello che il Cremlino vuole è un governo obbediente a Chișinău”, spiega Muravschi. Secondo l’analista, un regime filorusso permetterebbe a Mosca di aggirare le sanzioni, indebolire il sostegno all’Ucraina, ampliare la sua influenza in Romania, organizzare sabotaggi in Europa e utilizzare la Transnistria come base per nuove operazioni militari.
La propaganda gioca su più registri: per alcuni elettori, l’Occidente viene dipinto come responsabile della guerra in Ucraina; per altri, viene lanciato l’avvertimento che un avvicinamento all’Ue trasformerebbe la Moldova in una “nuova Ucraina”. Parallelamente, la promessa di energia a basso costo resta una forte arma di persuasione.
La presidente moldava Maia Sandu ha definito l’adesione all’Ue “una questione di sopravvivenza” e ha avvertito che la Russia rappresenta “la più grande minaccia davanti a noi”.
Sandu ha ribadito che l’obiettivo del Cremlino va oltre la Moldova: “L’Europa è il bersaglio finale della guerra ibrida di Mosca”.