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Spagna, Sanchez chiede che Israele sia bandido dagli eventi sportivi internazionali come la Russia

Gideon Saar arriva a un vertice del Consiglio europeo a Bruxelles il 14 luglio 2025.
Gideon Saar arriva a un vertice del Consiglio europeo a Bruxelles il 14 luglio 2025. Diritti d'autore  Geert Vanden Wijngaert / AP
Diritti d'autore Geert Vanden Wijngaert / AP
Di Javier Iniguez De Onzono
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha chiesto l'esclusione di Israele dalle competizioni internazionali per le "barbarie" commesse a Gaza. I manifestanti pro Palestina hanno trasformato la Vuelta in un terreno di scontro diplomatico tra Madrid e Tel Aviv

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È scontro aperto tra il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, e il governo spagnolo.

Il primo ministro Pedro Sánchez ha chiesto lunedì che Israele sia bandito dagli eventi sportivi dopo che i manifestanti pro palestinesi hanno interrotto la tappa finale della Vuelta a Madrid, la più importante competizione ciclistica annuale in Spagna.

Le tensioni tra i due paesi si sono intensificate nelle ultime settimane, quando il governo spagnolo ha espresso il proprio sostegno ai manifestanti che hanno interrotto diverse tappe della Vuelta, compresa quella finale di domenica a Madrid, per protestare contro la partecipazione della squadra israeliana.

Rivolgendosi ai membri del suo partito socialista, Sánchez ha affermato che Israele, proprio come la Russia, non dovrebbe essere autorizzato a partecipare a eventi sportivi internazionali a causa della sua campagna militare a Gaza.

“Le organizzazioni sportive dovrebbero valutare se sia etico che Israele continui a partecipare alle competizioni internazionali. Perché espellere la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina e non espellere Israele dopo l'invasione di Gaza?”, ha chiesto Sánchez.

“Fino a quando non finirà la barbarie, né la Russia né Israele dovrebbero partecipare a nessuna competizione internazionale”.

Il governo spagnolo aveva già espresso solidarietà ai manifestanti e suggerito che la squadra Israel Premier Tech avrebbe dovuto ritirarsi dalla gara, che in tre settimane si è trasformata in un agone diplomatico.

La squadra ha rimosso il proprio nome dalle divise, ma è rimasta in gara fino alla fine, nonostante le richieste dei manifestanti di espellerla.

Israele attacca il governo spagnolo

Dopo l'interruzione della tappa finale, Saar era intervenuto nuovamente su X per criticare il sostegno di Madrid alle proteste popolari.

In particolare, il ministro ha retwittato due messaggi della leader della Comunità di Madrid, Isabel Díaz Ayuso (che ieri è stata fotografata con la squadra israeliana e ha viaggiato in auto con il direttore del tour ciclistico, Javier Guillén) e del sindaco di Madrid, José Luis Martínez-Almeida.

Nelle sue dichiarazioni pubbliche, Saar ha nuovamente amplificato le affermazioni estrapolate dal contesto (smontate su "Euronews" dal team di Euroverify) in cui il presidente spagnolo, secondo il ministro israeliano, si rammarica di "non avere una bomba nucleare per fermare Israele".

Il ministro degli Esteri ha aggiunto a questa bufala: "La folla filo-palestinese ha ascoltato i messaggi di incitamento e ha rovinato La Vuelta". Così, l'evento sportivo, che è sempre stato un motivo di orgoglio per la Spagna, è stato cancellato. Sanchezcastejon e il suo governo: una vergogna per la Spagna".

Saar è una vecchia conoscenza della politica israeliana. Ex membro del Likud, il principale partito della coalizione di governo israeliana (sostenuto da diversi partiti ebraico-ortodossi di estrema destra), nel 2019 ha sfidato alle primarie il suo attuale capo, il primo ministro Benjamin Netanyahu, per guidare la coalizione.

Dopo aver perso il confronto e aver formato il proprio partito, Nuova Speranza, ora ha la fiducia del leader israeliano, ricercato dalla Corte penale internazionale, e siede in una posizioni più delicate del suo esecutivo.

I manifestanti hanno tagliato la Gran Via, una delle principali arterie di comunicazione nel cuore di Madrid, in Spagna, per boicottare La Vuelta questa domenica 14 settembre.
I manifestanti hanno tagliato la Gran Via, una delle principali arterie di comunicazione nel cuore di Madrid, in Spagna, per boicottare La Vuelta domenica 14 settembre. Manu Fernández / AP

Israele ha già confermato il suo ritiro dalla prossima edizione del Mobile World Congress, la più grande fiera tecnologica globale che si tiene a Barcellona, città da cui è partita la Global Sumud Flotilla alla volta di Gaza con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'assedio illegale cui è sottoposta la Striscia.

Gaza è stata al centro del dibattito pubblico spagnolo nelle ultime due settimane, grazie anche alla pressione sociale che si è manifestata durante competizione ciclistica. Ma anche per le sanzioni annunciate dal governo Sánchez nei confronti di Israele.

La Spagna sta anche valutando di utilizzare altre carte diplomatiche, come il ritiro dall'Eurovision Song Contest, nel caso in cui l'Unione europea di Radiodiffusione permetta la partecipazione di Israele all'evento del prossimo anno.

La tappa finale della Vuelta fermata dai manifestanti pro Palestina

Secondo i dati della delegazione governativa, domenica fino a 100mila manifestanti nel centro di Madrid sono riusciti a bloccare la finale della competizione sportiva a circa 50 chilometri dal traguardo, nonostante i tentativi degli organizzatori di terminare il percorso in un punto alternativo.

Le proteste hanno causato l'arresto di due persone e il ferimento di 22 agenti di polizia.

Il pubblico ha aggirato diversi punti delle forze di polizia ed è riuscito a bloccare diversi punti chiave della capitale spagnola, rendendo impossibile la conclusione della finale di ciclismo.

Dopo il successo dell'azione, replicato per settimane nelle diverse regioni spagnole in cui si sono svolte le gare, Saar non si è limitato a pubblicare un messaggio critico: il ministro israeliano ha condiviso tweet critici provenienti da account istituzionali del Partito Popolare, l'opposizione conservatrice all'attuale governo.

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