I due Paesi vicini, India e Pakistan, amministrano ciascuno una parte della regione himalayana del Kashmir, ma entrambi rivendicano la totalità del territorio
Le truppe indiane hanno ucciso tre presunti combattenti kashmiri in uno scontro a fuoco in un'area boschiva nel territorio conteso del Kashmir, hanno dichiarato lunedì l'esercito indiano.
In una dichiarazione sui social media l'esercito indiano ha affermato che tre combattenti sono stati uccisi "in un intenso scontro a fuoco" nell'area di Dachigam, a circa 30 chilometri a nord-est della città principale della regione, Srinagar.
L'ispettore generale di polizia Vidhi Kumar Birdi ha dichiarato ai giornalisti che l'operazione congiunta di esercito, paramilitari e polizia era ancora in corso. I funzionari non hanno fornito altri dettagli.
India e Pakistan amministrano ciascuno una parte della regione himalayana del Kashmir, ma entrambi rivendicano la totalità del territorio. I militanti della parte del Kashmir controllata dall'India combattono contro il dominio di Nuova Delhi dal 1989.
Molti kashmiri musulmani sostengono l'obiettivo dei ribelli di unire il territorio, sotto il dominio pakistano o come Paese indipendente.
Decine di migliaia di civili, ribelli e forze governative sono stati uccisi nel conflitto.
L'incidente di lunedì arriva dopo un periodo di alta tensione nella regione tra India e Pakistan, innescato dall'uccisione, ad aprile, di 26 turisti indù nella parte del Kashmir controllato dall'India.
L'attentato ha provocato il peggiore scontro militare degli ultimi decenni tra i due Paesi, con attacchi militari reciproci e la morte di decine di persone. I due vicini hanno sfiorato una terza guerra per la regione, finché il 10 maggio è stato raggiunto un cessate il fuoco con la mediazione degli Stati Uniti.
Prima del massacro di aprile nella città di Pahalgam, gli scontri si erano in gran parte attenuati nella valle del Kashmir, cuore della ribellione anti-indiana, e negli ultimi anni si erano spostati principalmente nelle zone montuose di Jammu.
Il Kashmir ribolle di rabbia da quando, nel 2019, Nuova Delhi ha posto fine allo status di semi-autonomia della regione e ha drasticamente limitato il dissenso, le libertà civili e la libertà dei media, intensificando al contempo le operazioni di controinsurrezione.