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Gaza, Hamas è pronto a liberare 10 ostaggi, Netanyahu da Trump: "Buone probabilità" per la tregua

Il segretario alla Difesa Pete Hegseth, a destra, incontra il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, a sinistra, al Pentagono (9 luglio 2025)
Il segretario alla Difesa Pete Hegseth, a destra, incontra il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, a sinistra, al Pentagono (9 luglio 2025) Diritti d'autore  Jacquelyn Martin/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Jacquelyn Martin/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di avere discusso con Trump della liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Il movimento palestinese si dice pronto a liberare ostaggi ma in cambio di accordo su ritiro israeliano e distribuzione non militarizzata degli aiuti

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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che il suo incontro di martedì con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è concentrato sul rilascio degli ostaggi israeliani a Gaza e sulla possibilità di un cessate il fuoco.

In un'intervista concessa a Fox News ha poi affermato che ci sono "buone probabilità" di giungere a un accordo con Hamas per un cessate il fuoco di 60 giorni. Anche il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar ha confermato che l'intesa sarebbe vicina.

L'incontro di martedì tra Netanyahu e Trump è stato il secondo in 24 ore, mentre Trump ha intensificato le pressioni sul capo del governo israeliano affinché raggiunga un accordo per porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza. Sebbene la Casa Bianca abbia sostenuto la campagna di Israele, di recente lo stesso Trump ha parlato di "inferno" facendo riferimento alla situazione nell'enclave palestinese.

In una dichiarazione pubblicata su X dal suo ufficio mercoledì, Netanyahu ha però ribadito che la guerra di Israele a Gaza continuerà fino a quando le capacità militari e di governo di Hamas non saranno state eliminate. Il leader israeliano ha affermato che solo questo garantirà che Gaza non "costituisca una minaccia per Israele".

Da parte sua Hamas sembra avere accettato di rilasciare dieci ostaggi israeliani detenuti nella Striscia di Gaza in cambio dell'afflusso di aiuti umanitari e della fine alla guerra, stando a quando dichiarato da Taher al Nunu, un funzionario del movimento palestinese , all'emittente qatariota Al Jazeera.

Al Nunu ha spiegato che i negoziati indiretti Israele-Hamas in corso a Doha, in Qatar, sono focalizzati su due questioni: l'ingresso degli aiuti a Gaza "in modo libero e dignitoso, senza l'interferenza dell'occupazione israeliana o l'imposizione di meccanismi che ledono la dignità del popolo palestinese e la necessità di concordare "le linee" del ritiro delle forze armate israeliane nella prima fase della tregua "in modo da non incidere sulla vita e sul futuro dei cittadini, aprendo la strada alla seconda fase dei negoziati".

In questo senso Israele avrebbe presentato ai mediatori a Doha una serie di mappe che illustrano il ritiro parziale delle sue forze durante i 60 giorni di tregua proposti per la Striscia di Gaza e ancora in fase di negoziato, secondo quanto riporta il Times of Israel

105 palestinesi uccisi nelle ultime 24 ore, 57.680 dall'inizio della guerra

Continuano intanto i bombardamenti dell'esercito israeliano sulla Striscia. Secondo le informazioni riferite dal ministero della Salute guidato da Hamas, sono 105 i palestinesi che sono stati uccisi e 530 quelli feriti soltanto nelle ultime 24 ore. Il che porta il totale dei morti dall'inizio della guerra a 57.680.

Circa 20 bombe sono state sganciate dall'esercito israeliano sulla parte orientale di Gaza City mercoledì, nel quartiere di Tuffah. Sono stati segnalati danni e devastazioni a molti edifici in quell'area, ma i soccorritori non sono stati in grado di raggiungere la zona per aiutare le vittime, data la presenza di droni armati israeliani.

Trump e Netanyahu hanno discusso anche di Iran

Durante l'incontro di martedì, Netanyahu ha aggiunto di aver parlato anche di Iran con Trump, discutendo "le implicazioni e le possibilità" di quella che ha definito la "grande vittoria" su Teheran.

Israele ha lanciato un attacco a sorpresa contro strutture militari in Iran il 13 giugno, che ha portato a dodici giorni di combattimenti aerei. Gli Stati Uniti si sono poi uniti al conflitto sganciando bombe anti-bunker su tre siti nucleari in Iran, nel tentativo di colpire il programma nucleare del Paese.

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