Il piano, che sarebbe già stato sottoposto all'amministrazione Trump, propone campi "volontari" e "su larga scala" come luoghi temporanei di residenza, deradicalizzazione e reintegrazione per i palestinesi, in preparazione del trasferimento di coloro che lo desiderano al di fuori della Striscia
Reuters ha scoperto un documento contenente un piano proposto da un gruppo di aiuto sostenuto dagli Stati Uniti per istituire campi chiamati "zone di transito umanitario" all'interno ed eventualmente all'esterno della Striscia di Gaza per ospitare la popolazione palestinese.
Il piano è stato sviluppato dopo l'11 febbraio e porta il nome della Gaza humanitarian foundation, l'organizzazione creata ad hoc da Stati Uniti e Israele per controllare la distribuzione degli aiuti nella Striscia.
Propone l'istituzione di questi campi "su larga scala" e su "base volontaria" descrivendoli come luoghi temporanei di residenza, "deradicalizzazione" e integrazione, in preparazione del trasferimento di coloro che lo desiderano.
Il piano è stato già presentato all'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ed è stato discusso alla Casa Bianca, secondo fonti che hanno familiarità con il dossier. Sarebbe stato pensato per "guadagnare la fiducia della popolazione locale" e "facilitare" la realizzazione della visione di Trump per la Striscia, che chiaramente non comprende il controllo di Hamas sull'enclave.
La Gaza humanitarian foundation ha negato di aver presentato la proposta, affermando che non si tratta di un documento della Ghf e che l'organizzazione ha studiato "solo opzioni teoriche" sulla distribuzione sicura degli aiuti umanitari, sottolineando che le sue attività sono concentrate esclusivamente su quello.
Anche il suo appaltatore, la società a scopo di lucro Srs, ha negato qualsiasi legame con il progetto, definendo "fuorviante" qualsiasi suggerimento contrario.
La Casa Bianca non ha commentato il rapporto, mentre un alto funzionario statunitense ha confermato che "non è in esame nulla del genere".
Le mappe allegate mostrano possibili campi in Egitto e a Cipro
Il documento, che reca i loghi Ghf e Srs, indica che il progetto sta cercando di ottenere più di 2 miliardi di dollari di finanziamenti per costruire e gestire campi all'interno ed eventualmente all'esterno di Gaza durante la smilitarizzazione e ricostruzione della Striscia.
Le mappe allegate mostrano le potenziali ubicazioni dei campi al di fuori di Gaza, tra cui Egitto e Cipro.
Il 4 febbraio scorso Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti dovrebbero "farsi carico" della gestione e della ricostruzione di Gaza, trasformandola nella "Riviera del Medio Oriente", dopo aver reinsediato la popolazione da qualche altra parte. La dichiarazione ha scatenato l'indignazione dei palestinesi e delle organizzazioni umanitarie internazionali.
Tre esperti di diritti umani sentiti da Reuters hanno avvertito che la creazione di tali campi potrebbe portare a trasferimenti forzati. Un co-autore del progetto ha sottolineato che l'obiettivo è quello di "rimuovere il fattore paura" e consentire ai residenti di "fuggire dal controllo di Hamas" verso aree sicure.
Hamas ha respinto il progetto, descrivendo la Ghf come "uno strumento di intelligence che opera sotto una falsa copertura umanitaria". A giugno il dipartimento di Stato statunitense ha approvato un finanziamento di 30 milioni di dollari per Ghf, invitando altri Paesi a sostenere l'organizzazione.
Tuttavia, le Nazioni Unite e altri gruppi umanitari hanno più volte definito le operazioni dell'organizzazione "non sicure" e in violazione del principio di neutralità, citando più di 600 uccisioni nei pressi dei siti di distribuzione degli aiuti.