In Mozambico la violenza e la crisi umanitaria peggiorano. Human Rights Watch lancia l’allarme e chiede maggiori interventi
Almeno 120 bambini sono stati rapiti nel nord del Mozambico negli ultimi giorni da insorti jihadisti affiliati al cosiddetto Stato Islamico, secondo quanto denunciato martedì da Human rights watch (Hrw). L’organizzazione per i diritti umani parla di una recrudescenza degli attacchi nella provincia settentrionale di Cabo Delgado, epicentro di un conflitto armato che dura ormai dal 2017.
I bambini rapiti – secondo Hrw – verrebbero usati per trasportare beni saccheggiati, lavorare forzatamente e, in alcuni casi, combattere come bambini soldato. Il gruppo responsabile, noto localmente come al-Shabab (senza legami diretti con l’omonimo gruppo somalo), è affiliato allo Stato Islamico dell'Africa Centrale.
L’insurrezione islamista a Cabo Delgado ha finora provocato la morte di migliaia di persone e lo sfollamento di oltre 600.000 civili, secondo le Nazioni Unite. Molti di questi sfollati vivono in condizioni precarie, aggravate da cicloni tropicali, carenze di aiuti umanitari e tagli internazionali al sostegno finanziario, in particolare durante l’amministrazione statunitense di Donald Trump.
Il governo mozambicano, pur sostenuto da truppe del Ruanda, Sudafrica e altri Paesi della regione, fatica a garantire la sicurezza nella regione, dove interi villaggi sono stati bruciati e decine di civili – compresi bambini – decapitati durante le incursioni jihadiste, specialmente nel 2020.
“Il governo del Mozambico deve fare molto di più per proteggere i bambini, ritrovarli e impedire nuovi rapimenti”, ha dichiarato Human Rights Watch in un appello urgente.
A complicare ulteriormente la situazione, le proteste post-elettorali dello scorso anno e la crescente insicurezza alimentare. Il Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc) ha stimato che oltre 5 milioni di persone stanno affrontando livelli critici di fame, e più di 900.000 sono in una condizione di emergenza umanitaria.
Il segretario generale dell’Nrc, Jan Egeland, che ha visitato la provincia questo mese, ha definito quella di Cabo Delgado una "crisi ignorata dal mondo", aggravata da una combinazione devastante di violenza armata, shock climatici e collasso dei servizi essenziali.
Nel silenzio internazionale, i più vulnerabili – i bambini – continuano a essere le vittime principali di un conflitto che il mondo sembra aver dimenticato.