Un accordo provvisorio promosso dagli Stati Uniti per porre fine ai combattimenti nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo dovrebbe essere firmato il 27 giugno tra i governi di Kinshasa e Kigali
La Repubblica Democratica del Congo (Rdc) e il Ruanda firmeranno la prossima settimana a Washington un accordo di pace promosso dagli Stati Uniti, che mira a porre fine ai combattimenti lungo il confine tra le due nazioni africane.
Si tratta di un'intesa provvisoria, come annunciato dai due Paesi e dal dipartimento di Stato americano, che comprende questioni quali il disarmo, l'integrazione dei gruppi armati non statali e il ritorno dei rifugiati e degli sfollati interni nella Rdc orientale. La firma dell'accordo è prevista per il 27 giugno.
Un conflitto che dura da decenni
La regione, al confine con il Ruanda, è stata tormentata dal conflitto per decenni, con i gruppi armati che si contendono l'accesso alle risorse naturali, tra cui tantalio, oro, cobalto, rame e litio. Il governo di Kinshasa ha accusato quello di Kigali di appoggiare una delle principali organizzazioni di miliziani della regione, i ribelli dell'M23.
Secondo gli esperti delle Nazioni Unite, questi ultimi sono infatti sostenuti da circa quattromila soldati ruandesi. Una ricostruzione che Kigali ha però sempre negato.
Il conflitto si è intensificato a gennaio, quando i miliziani dell'M23 hanno deciso di avanzare e hanno conquistato la città strategica di Goma, seguita poi da quella di Bukavu a febbraio. La bozza di accordo include in questo senso anche l'impegno a rispettare l'integrità territoriale e l'integrazione condizionale dei gruppi armati non statali.
L'amministrazione Trump ha parlato di sbloccare gli investimenti occidentali nell'est della Rdc; il segretario di Stato Marco Rubio aveva descritto la possibilità di trovare un accordo di pace come un "vantaggio per tutti i soggetti coinvolti".
Congo e Ruanda non sono formalmente in guerra e in passato hanno tenuto colloqui di pace che si sono ampiamente arenati, compresi alcuni ospitati dal Qatar. L'Angola si è dimessa a marzo dal suo ruolo di mediatore dopo diversi tentativi di risolvere la questione.
Ufficialmente l'M23 vuole difendere le persone di etnia tutsi
A pesare è sempre stato proprio il ruolo dell'M23, una delle circa cento fazioni armate che si contendono il controllo della regione. A differenza delle altre, il gruppo è composto principalmente da persone tutsi che non sono riuscite a integrarsi nell'esercito della Rdc. Il gruppo afferma di difendere l'etnia e i congolesi di origine ruandese dalla discriminazione, anche se in molti ritengono che tale campagna, sostenuta da Kigali, sia un pretesto per esercitare un'influenza economica e politica sulla Rdc orientale.
Il presidente ruandese Paul Kagame accusa il suo omologo congolese Felix Tshisekedi di non tenere conto delle preoccupazioni deu tutsi e di ignorare i precedenti accordi di pace. All'inizio di questa settimana, l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk ha dichiarato che i ribelli dell'M23, l'esercito della Rdc e i gruppi armati alleati hanno tutti compiuto abusi, alcuni dei quali potrebbero configurarsi come crimini di guerra.