"La paura c'è, soprattutto di notte", dice Anna, una tedesca che vive a Tel Aviv. Non ha intenzione di utilizzare i voli di ritorno organizzati dal ministero degli Esteri. Altri vogliono lasciare Israele ma non sanno come raggiungere Amman via terra
"Ogni volta che esco dal bunker, spero che il mio appartamento sia ancora in piedi", racconta Anna, cittadina tedesca che vive a Tel Aviv da quasi otto anni. La sua voce, ferma ma affaticata, descrive una quotidianità stravolta dagli allarmi e dalla paura.
Lei e il suo compagno non dormono da giorni: ogni notte, l’allerta li costringe a precipitarsi nei rifugi, i mamad come li chiamano in ebraico. Non tutti ne hanno uno a casa.
"Ci sono sirene a qualsiasi ora. A volte passano dieci minuti tra una tazza di caffè e una corsa al bunker", dice. Eppure, nonostante la tensione crescente e l’insistenza della sua famiglia, non vuole lasciare Israele. “La mia vita è qui, anche se fa paura.” La città cerca di resistere, oscillando tra la normalità apparente e lo stato di emergenza costante.
Evacuazioni tedesche: tra ritardi, rischi e incertezze
Mentre alcuni, come Anna, scelgono di rimanere, altri cercano una via d’uscita.
Il governo tedesco ha predisposto voli charter per il rientro dalla Giordania, anche per via della sospensioni dei voli Lufthansa da e per Israele fino almeno al 31 luglio.
Tuttavia, il viaggio per raggiungere Amman è lasciato alla responsabilità dei singoli e in questo momento fa paura. Christine, anche lei a Tel Aviv, ha deciso di non partire: “Da sola non affronterò un viaggio così pericoloso, soprattutto di notte. Non è sicuro.”
Il piano prevede che i cittadini tedeschi lascino Israele, attraversino il confine giordano e raggiungano l’aeroporto di Amman, dove li attende un volo per Francoforte. Ma mancano autisti, mancano visti e, soprattutto, mancano certezze.
“Mi dispiace che la Germania non stia organizzando un trasporto più sicuro”, dice Christine, riflettendo un sentimento condiviso in molti gruppi social online frequentati da tedeschi in Israele.
Altri Paesi europei stanno organizzando per i loro connazionali non solo il volo di ritorno da Amman, ma anche il viaggio via terra.
La viceministra degli Esteri polacca Henryka Moscicka-Dendys ha dichiarato martedì a Varsavia di avere in programma un convoglio via terra verso la vicina Giordania. Un volo da Amman alla Polonia riporterà le persone colpite nel loro Paese d'origine.
Secondo fonti polacche, si sono registrate circa 200 persone.
"Penso che l'operazione sia molto rischiosa", spiega ancora Christine, "come donna, non voglio affrontare il viaggio verso la Giordania da sola", ha detto. Si aspetta che il viaggio verso Amman sia lungo.
Quanto è sicuro viaggiare da soli ad Amman?
Per prendere il volo del ministero degli Esteri di mercoledì, Christine avrebbe dovuto lasciare Tel Aviv di notte. "Non si è sicuri sulla strada" dichiara.
Inoltre, avrebbe dovuto trovare un autista, attraversare da sola il confine con la Giordania e richiedere un visto con poco preavviso.
Secondo il ministero degli Esteri tedesco, in questa situazione eccezionale, la Giordania concede un "visto all'arrivo".
In condizioni normali, il viaggio da Tel Aviv a Gerusalemme prende poco meno di un'ora e la strada dalla capitale fino al Ponte di Allenby, il posto di frontiera riservato ai cittadini internazionali, dura tra i 30 e i 45 minuti.
Un tragitto di una durata analoga conduce dalla frontiera ad Amman in auto.
"Se attraversassi il confine, dovrei poi trovare un altro autista affidabile che mi porti all'aeroporto. Sempre che riesca a entrare nella lista", dice Christine. "Mi dispiace che la Germania non organizzi un trasporto ragionevolmente sicuro" si rammarica.
Diversi gruppi Facebook di tedeschi in Israele stanno discutendo dell'offerta del ministero degli Esteri federale.
Molti cercano altri viaggiatori per non dover affrontare il viaggio da soli. La situazione al confine, in particolare, sembra poco chiara. Alcuni sono scettici sul fatto che il visto al valico di Allenby per entrare in Giordania funzioni davvero così facilmente.
Vivian ha raccontato a Euronews di non aver trovato posto sul primo aereo. Sta ancora cercando di trovare dei compagni per un viaggio veloce verso Amman. Ha prenotato privatamente un volo via Parigi per Berlino alla fine di questa settimana.
"Devo prima scoprire come arrivare ad Amman con altre persone", ha detto la donna, "non ho il coraggio di viaggiare da sola".
La vita in Israele in questi giorni tra le difese anti-missile
Anna descrive lo stato d'animo attuale come una fragile miscela di quotidianità e allarme, perché la vita deve continuare. La paura è sempre presente, soprattutto di notte. Anna si aggrappa alla convinzione che i sistemi di difesa anti-missile e le Forze di Difesa Israeliane (Idf) la stiano proteggendo.
Martedì sera, Tel Aviv è stata sottoposta a un nuovo fuoco iraniano, che le difese sono riusciti in gran parte ad intercettare.
Israele conta su quattro livelli di difese antimissile. Il più conosciuto come l'Iron Dome (Cupola di ferro, Kipat Barzel in ebraico) intercetta razzi a gittata corta, dunque per i missili balistici come quelli iraniani entrano in funzione le difese a maggiore gittata, conosciute come Arrow e David's Sling (Hetz e Kelah Da'vid, in ebraico).
Israele e l'Iran si sono attaccati a vicenda in modo massiccio per diversi giorni di seguito. L'Iran ha attivato le sue difese aeree in nove province, tra cui Teheran. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha invitato i residenti a evacuare Teheran.
Anche da diverse città israeliane, come Tel Aviv e Gerusalemme, sono giunte notizie di edifici colpiti. Anna riferisce che un razzo ha centrato proprio l'appartamento di un'amica, che attualmente dorme a casa sua.
Anna sta pensando di "andare a sud per qualche giorno, dove sembra che i rischi siano minori, solo per poter dormire tranquillamente per qualche notte". Le notti nei bunker pubblici non sono state molto riposanti per lei. Tuttavia, per lei è chiaro che vuole rimanere in Israele. "È terrificante vedere le immagini di Tel Aviv e dell'area circostante, ma in qualche modo non sembra ancora reale - almeno per me".