Il presidente ucraino ha rilasciato un'ampia intervista a Válasz Online, in cui ha discusso di tutto, dal rapporto con Orban allo scandalo delle spie e ai colloqui di pace
Il giornalista di Válasz Online Szabolcs Vörös, che si occupa regolarmente della guerra in Ucraina, ha intervistato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Vörös si è seduto a parlare con il capo di Stato ucraino dopo che la Russia ha effettuato uno dei più grandi attacchi con droni e missili su Kiev e Kharkiv dal febbraio 2022.
Zelensky ha sfatato la narrativa secondo cui questo attacco sarebbe una risposta all'Operazione Ragnatela, che ha distrutto 41 aerei da guerra russi, sottolineando che lo sostengono solo coloro che "non capiscono che questo non è il primo mese di guerra e che la Russia fa questo da anni".
Il presidente ucraino ha affermato che Putin non vuole porre fine alla guerra, ma cerca invece diversi pretesti per attaccare l'Ucraina, e ritiene che Putin voglia occupare il Paese e porre fine alla sua indipendenza, cioè "non vuole distruggere le nostre città, ma la nazione e la statualità ucraina. Il suo obiettivo è renderci inesistenti".
Zelensky sui negoziati: "Solo io e Putin possiamo discutere dei territori occupati"
Il capo di Stato ucraino ha affermato che ci sarà una pace sostenibile solo se gli Stati in grado di esercitare una reale pressione capiranno i veri obiettivi di Putin. Fino ad allora non ci sarà altra possibilità che una tregua.
In merito ai colloqui di pace di Istanbul, Zelensky ha affermato che i russi stanno cercando di indebolire le posizioni dei loro partner occidentali e che i russi sono dei bugiardi e dei manipolatori professionisti.
Il capo di Stato ucraino ha affermato che il memorandum presentato da Kiev è una base per i negoziati e che la delegazione ucraina "ha il mandato di discutere le questioni umanitarie - la questione dei prigionieri di guerra e dei bambini rapiti - o un cessate il fuoco sulla base di questo memorandum".
"Quello che non hanno il mandato di fare - ha aggiunto Zelensky - è discutere della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. Questa è una nostra questione costituzionale. È mio compito parlare di territori e di Putin, che li ha sequestrati. Non discuterò la mia posizione in merito con nessun altro".
A questo punto, Zelensky ha chiarito che il riconoscimento de jure dei territori attualmente occupati come russi non sarà concesso e che le questioni territoriali dovrebbero essere risolte diplomaticamente, non con la forza delle armi.
Il possibile dispiegamento di missili occidentali in territorio russo
L'intervista ha anche affrontato il tema dell'esercito e delle reclute. "Noi possiamo mobilitare 27mila soldati al mese, i russi 40-50mila, perché hanno perdite maggiori", ha detto il leader ucraino.
Il presidente ha anche affermato di ritenere che "non dovremmo mobilitare a partire dai 18 anni, come pensavano i leader di altri Paesi". L'Operazione Ragnatela, infatti, ha dimostrato che non è il numero di persone che conta, ma le armi e la tecnologia. E anche i soldi e le pressioni. E le sanzioni colpirebbero proprio i fondi che i russi usano per finanziare la guerra.
Zelensky ha raccontato, a proposito dei colloqui avuti con Trump a febbraio, di aver detto al presidente degli Stati Uniti come pensava di poter influenzare Putin: "Ecco il pacchetto con le armi, i missili. Abbiamo le chiavi di lancio. Abbiamo i lanciatori e abbiamo la chiave".
Zelensky ha detto che non è complicato e che secondo lui altri Paesi dovrebbero fare lo stesso, perché i russi si spaventerebbero se i missili volassero verso di loro, e allora Putin dovrebbe fare i conti con il suo stesso popolo.