Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth taglia il 20 per cento dei generali a quattro stelle e promette efficienza, ma finanzia una costosa parata militare per il compleanno di Trump. Crescono le accuse di politicizzazione dell’esercito
Il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, ha annunciato una drastica riduzione della leadership militare con il taglio del 20 per cento degli ufficiali a quattro stelle e del 10 per cento dei generali. La misura è stata presentata come parte di un piano per rendere il Pentagono “più snello ed efficiente”, in linea con la campagna di risparmio promossa dall’amministrazione Trump.
Ma mentre si eliminano posizioni di comando e si avvia una ristrutturazione radicale dell’esercito, cresce l’indignazione per la contemporanea conferma di una costosa parata militare in programma a giugno per celebrare il compleanno dell’ex presidente Donald Trump, in occasione dei 250 anni dell’esercito americano. Secondo fonti del Pentagono, l’evento costerà decine di milioni di dollari, in netta contraddizione con la retorica dei tagli.
“Licenziamenti ideologici”: le accuse di politicizzazione dell’esercito
Il deputato democratico Seth Moulton, veterano dei Marine, ha duramente criticato l'iniziativa, accusando Hegseth e Trump di voler politicizzare l'esercito. “Questi tagli sono un modo per sbarazzarsi dei generali che non condividono la loro visione politica”, ha dichiarato. Tra gli ufficiali già allontanati figurano il generale CQ Brown Jr., presidente degli Stati Maggiori Riuniti, e le uniche due donne a ricoprire incarichi a quattro stelle.
Il Segretario alla Difesa ha respinto le accuse, affermando che si tratta di “eliminare inutili stratificazioni burocratiche” per “creare una forza più letale e pronta al combattimento”. Ma la coincidenza con il progetto della parata celebrativa per Trump e la mancanza di un preavviso al Congresso alimentano sospetti e tensioni politiche.
Un Pentagono più piccolo… e più fedele?
Secondo analisti militari, la riorganizzazione guidata da Hegseth – uomo vicino a Trump e volto noto dei media conservatori – rischia di trasformare radicalmente l’equilibrio interno delle forze armate. Oltre ai tagli ai vertici, è prevista la fusione di comandi, la chiusura di strutture e il trasferimento di migliaia di dipendenti del quartier generale alle truppe da combattimento.
Mentre il Pentagono dichiara guerra alla “burocrazia inutile”, l’imminente parata di giugno sembra voler inviare un altro tipo di messaggio: quello di un esercito che celebra non solo la sua storia, ma anche la figura sempre più centrale di Donald Trump. In un momento di austerità, lo sfarzo di una sfilata militare pagata con fondi pubblici diventa un simbolo politico che non passa inosservato.
Contraddizioni sotto i riflettori
I tagli alla leadership militare vengono giustificati con esigenze di efficienza e contenimento della spesa, ma il contesto politico in cui avvengono solleva più di un dubbio. Da un lato si licenziano generali, dall’altro si investono milioni in eventi celebrativi fortemente personalizzati.
In un clima già teso tra il Pentagono e il Congresso, il caso dei tagli “selettivi” e della parata di Trump potrebbe diventare il nuovo terreno di scontro tra chi difende l’indipendenza dell’esercito e chi sospetta un uso ideologico delle forze armate.