Hamas ha dichiarato di avere rifiutato l'ultima proposta di cessate il fuoco presentata da Israele, sostenendo che "l'occupazione mira a ostacolare la proposta egiziano-qatariota e cerca di far fallire qualsiasi accordo"
Almeno sessanta persone sono state uccise negli ultimi attacchi lanciati da Israele su tutta la Striscia di Gaza, hanno dichiarato funzionari ospedalieri dell'enclave palestinese. Molti sono bambini e quasi quaranta vittime sarebbero morte solo a Gaza City.
Il ministero della Salute di Gaza ha annunciato che dal 18 marzo, quando Israele ha ripreso a bombardare massicciamente la Striscia rompendo definitivamente il fragile cessate il fuoco che reggeva da due mesi, sono state uccise più di 1.150 persone. Il bilancio totale dall'inizio della guerra ammonta ad almeno 50.523 morti.
Hamas rifiuta la proposta di cessate il fuoco
Israele sostiene di aver ripreso le operazioni militari per fare pressione su Hamas affinché accettasse di estendere la prima fase della tregua, dopo settimane di infruttuose trattative su come procedere con la seconda fase, le cui condizioni erano state concordate in precedenza.
Tel Aviv vorrebbe che il gruppo palestinese rilasciasse tutti gli ostaggi ancora detenuti nella Striscia, 59 tra vivi e morti, senza garanzie sulla fine del conflitto. Hamas ha sempre ribattuto che accetterà di rilasciare gli ostaggi, 24 dei quali si ritiene siano vivi, solo in cambio della liberazione di altri prigionieri palestinesi, di un cessate il fuoco duraturo e del ritiro militare israeliano da Gaza.
Nella notte tra mercoledì e giovedì il gruppo palestinese ha dichiarato ai media arabi di aver respinto anche l'ultima proposta presentata da Israele nei negoziati indiretti in corso tra le due parti.
In condizione di anonimato un funzionario ha affermato: "Hamas ha deciso di non impegnarsi perché l'occupazione mira a ostacolare la proposta egiziano-qatariota e cerca di far fallire qualsiasi accordo".
Da parte sua, un altro leader di Hamas ha affermato che il movimento invita "i mediatori e la comunità internazionale a costringere l'occupazione a rispettare quanto firmato e ad accettare positivamente la proposta dei mediatori".
I piani militari di Israele nella Striscia di Gaza
L'esercito israeliano è tornato a operare a pieno titolo a Gaza. L'Idf sta ordinando continue evacuazioni degli abitanti della Striscia, le ultime questo giovedì da diverse zone intorno a Gaza City. L'esercito “opererà con estrema forza nella vostra zona”, si legge nell'ordine di evacuazione.
Mercoledì sia il ministro della Difesa Israel Katz che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu hanno accennato al piano di espansione delle operazioni militari. In un video il premier ha spiegato che l'esercito sta "sezionando la Striscia di Gaza" e "impossessandosi del 'Corridoio Morag'", una strada che separa Khan Yunis da Rafah.
Nella visione israeliana la strada dovrebbe isolare la città meridionale di Rafah, che Israele ha ordinato di evacuare, e diventare un "secondo corridoio Philadelphi", ciè la zona cuscinetto al confine tra la Striscia e l'Egitto che Israele controlla dallo scorso maggio.
"Stiamo dividendo la Striscia di Gaza e aumentando gradualmente la pressione affinché ci restituiscano gli ostaggi. E più a lungo non ce li riportano indietro, più aumenteremo la pressione", ha affermato Netanyahu riferendosi ai miliziani di Hamas.
Israele ha anche ripreso il controllo del corridoio Netzarim, che separa Gaza City e l'area settentrionale dell'enclave dal resto della Striscia.
L'Autorità palestinese, sostenuta dall'Occidente e guidata da Fatah, i rivali di Hamas, ha espresso il suo "completo rifiuto" del corridoio previsto da Tel Aviv. Nella stessa dichiarazione l'Anp ha anche chiesto ad Hamas di abbandonare il potere a Gaza.