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Siria, decine di morti negli scontri tra le forze di sicurezza e i lealisti di al-Assad

Forze di sicurezza siriane di rinforzo si schierano alla periferia di Latakia, in Siria, venerdì 7 marzo 2025.
Forze di sicurezza siriane di rinforzo si schierano alla periferia di Latakia, in Siria, venerdì 7 marzo 2025. Diritti d'autore  Omar Albam/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Omar Albam/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Di Kieran Guilbert Agenzie: AP
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Le violenze di questa notte sono state le più letali in Siria da quando Bashar al-Assad è stato spodestato in un'offensiva lampo a dicembre

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Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito, in Siria più di 70 persone sono state uccise e decine ferite negli scontri tra le forze di sicurezza e i combattenti legati al leader rovesciato Bashar al-Assad.

Le nuove autorità siriane hanno inviato nella notte ingenti rinforzi di sicurezza nelle città di Latakia e Tartus, nel nord-ovest del Paese, nel tentativo di riportare la situazione sotto controllo. La regione costiera è il cuore della setta alawita minoritaria di al-Assad e rimane una base di sostegno per l'ex presidente del Paese.

La violenza di giovedì è stata la peggiore da quando al-Assad è stato rimosso dal potere all'inizio di dicembre da gruppi di insorti guidati dall'islamista Hayat Tahrir al-Sham, o Hts.

L'Osservatorio ha dichiarato che 35 membri delle forze di Stato, 32 combattenti fedeli ad al-Assad e quattro civili sono stati uccisi, mentre decine di altri sono stati feriti. Il bilancio delle vittime non ha potuto essere verificato in modo indipendente da Euronews.

L'imboscata alle forze governative

Gli scontri sono iniziati quando le forze governative hanno subito un'imboscata da parte di diversi gruppi di milizie allineate ad al-Assad durante un'operazione di sicurezza a Latakia. Lo ha reso notoo il capo della sicurezza della provincia, il tenente colonnello Mustafa Kunaifati.

Il colonnello Hassan Abdul Ghani, membro del ministero della Difesa, ha lanciato un avvertimento ai lealisti di al-Assad a Latakia.

"Migliaia hanno scelto di consegnare le armi e di tornare dalle loro famiglie, mentre alcuni insistono a fuggire e a morire in difesa di assassini e criminali - ha dichiarato ai media statali - La scelta è chiara: deponete le armi o affrontate il vostro inevitabile destino".

Dopo la cacciata di al-Assad, ci sono stati alcuni attacchi contro i membri della setta alawita, anche se il nuovo governo di transizione - guidato dal presidente ad interim Ahmed al-Sharaa - ha dichiarato di essere contrario alla punizione collettiva o alla vendetta settaria.

I membri della minoranza avevano ricoperto incarichi di primo piano nel Paese - soprattutto nelle agenzie militari e di sicurezza - fino alla caduta di al-Assad.

Gli attacchi dei sostenitori di Assad nei villaggi alawiti

Il governo di Damasco ha accusato i lealisti di aver compiuto attacchi nelle ultime settimane contro le forze di sicurezza.

Venerdì mattina, un gran numero di truppe governative è stato dispiegato a Latakia, dove è stato imposto il coprifuoco nella città e in altre zone costiere.

Le forze di sicurezza hanno dichiarato che ci sono stati alcuni scontri in un quartiere, ma che la maggior parte della città era calma e sotto il controllo del governo.

Nelle vicinanze, nella regione costiera, la periferia delle città di Baniyas e Jableh è ancora sotto il controllo dei lealisti di al-Assad, ha dichiarato Rami Abdurrahman, capo dell'Osservatorio siriano per i diritti umani. Anche la città natale dell'ex presidente, Qardaha, e diversi villaggi alawiti nelle vicinanze sono fuori dal controllo governativo.

I nuovi governanti siriani devono anche affrontare una sfida di sicurezza nel sud del Paese, dove le autorità hanno riferito che almeno 15 persone sono state uccise in violenti scontri tra le forze governative e i gruppi armati all'inizio della settimana.

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