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L'Autorità palestinese sospende le trasmissioni di Al Jazeera in Cisgiordania per "materiale incitante"

Il campo profughi di Jenin, nella Cisgiordania occupata da Israele, il 23 dicembre 2024.
Il campo profughi di Jenin, nella Cisgiordania occupata da Israele, il 23 dicembre 2024. Diritti d'autore  Majdi Mohammed/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Majdi Mohammed/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Rory Sullivan
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Si aggravano i rapporti tra Al Jazeera e Israele dopo la sospensione delle trasmissioni anche in Cisgiordania. L'emittente finanziata da Qatar è accusata di essere portavoce di Hamas ed Hezbollah

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L'Autorità palestinese ha sospeso l'attività dell'emittente panaraba Al Jazeera nella Cisgiordania occupata, mesi dopo che Israele ha chiuso il suo ufficio a Ramallah per motivi di sicurezza nazionale.

La decisione di bloccare l'attività del canale mercoledì è stata presa a causa di "materiale incitante", secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa.

L'Anp, che controlla il territorio palestinese in Cisgiordania, ha anche incolpato l'emittente per "notizie che ingannano e fomentano la guerra". L'Anp aveva già vietato ad Al Jazeera di trasmettere a Jenin, governatorato nel nord della Cisgiordania dove le forze di sicurezza palestinesi hanno recentemente combattuto con gruppi armati palestinesi legati ad Hamas.

In risposta alla sospensione più ampia della Cisgiordania, Al Jazeera ha accusato l'Anp di "un tentativo di nascondere la verità sugli eventi nei territori occupati, in particolare su ciò che sta accadendo a Jenin e nei suoi campi".

In una dichiarazione pubblicata giovedì, Al Jazeera si è detta "scioccata da questa decisione", che ha esortato l'Anp a revocare.

Al Jazeera ha aggiunto che l'Autorità palestinese è "pienamente responsabile della sicurezza" del suo personale in Cisgiordania. Non è chiaro quanto durerà il divieto.

I difficili rapporti tra Al Jazeera e Israele

L'ultimo colpo per Al Jazeera arriva pochi mesi dopo che le truppe israeliane hanno fatto irruzione nei suoi uffici in Cisgiordania, sequestrando le attrezzature e ordinando al suo ufficio di chiudere.

L'incursione di settembre a Ramallah, città palestinese della Cisgiordania, ha fatto seguito alla decisione di maggio di Israele di vietare ad Al Jazeera di lavorare nel Paese.

Il ministro delle Comunicazioni israeliano Shlomo Karhi ha descritto la rete come "portavoce di Hamas e Hezbollah", un'accusa negata con veemenza dal canale.

I rapporti di Al Jazeera con le autorità israeliane si sono fatti più tesi dopo la morte della giornalista Shireen Abu Akleh, avvenuta a Jenin nel maggio 2022. L'esercito israeliano ha ammesso che c'era un'"alta possibilità" che la giornalista fosse stata uccisa da una delle sue truppe.

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