È stato aspramente criticato per sue le visioni divergenti da quelle del resto dei leader dell'Unione europea. E Viktor Orbán è ora pronto a lasciare il testimone alla Polonia di Donald Tusk che guiderà il Consiglio dell'Unione europea per i prossimi sei mesi
La presidenza ungherese del Consiglio dell'Unione europea si conclude martedì, lasciando la staffetta alla Polonia che assumerà l'incarico l'1 gennaio 2025.
Il ruolo ruota una volta ogni sei mesi tra i 27 Stati membri del blocco che acquisiscono il compito di guidare il lavoro del Consiglio e di rappresentare tutti gli Stati dell'Ue nei negoziati con le altre istituzioni dell'Unione europea.
Il mandato dell'Ungheria è stato molto discusso. La presidenza iniziata lo scorso luglio è stata lanciata con lo slogan "Make Europe Great Again", un chiaro riferimento al ben più famoso "Make America Great Again" del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump.
Subito Viktor Orbán ha iniziato la sua cosiddetta "missione di pace". In pochi giorni ha visitato i leader mondiali - compresi i presidenti di Russia e Cina, i principali nemici dell'Ue - anche se, ha detto, "non come leader del Paese che detiene la presidenza dell'Ue, ma semplicemente come capo di governo ungherese".
Bruxelles non ha ceduto alle voci che chiedevano di togliere immediatamente la presidenza all'Ungheria.
Vladimir Putin è stato fortemente escluso dall'Europa dopo l'invasione dell'Ucraina nel febbraio 2022 e il premier ungherese è stato il primo leader dell'Ue a incontrare il presidente russo dopo questa data.
Orbán e Putin si sono incontrati a Mosca per la prima volta nel luglio 2022 e poi di nuovo due anni dopo, questa volta con l'Ungheria alla presidenza del Consiglio.
Le visite hanno suscitato ampie critiche e il Parlamento europeo ha condannato duramente l'incontro in una risoluzione.
Strasburgo ha definito la visita una "palese violazione dei trattati e della politica estera comune dell'Ue" e ha chiesto ripercussioni contro il leader ungherese.
Orbán è stato anche messo sotto accusa per aver incontrato il presidente cinese Xi Jinping a Pechino, ancora una volta, durante la presidenza di turno del suo Paese.
Molti Paesi del blocco hanno iniziato a prendere le distanze dall'Ungheria, boicottando i vertici dell'Ue organizzati da Budapest. Molti leader ritengono che le politiche e le opinioni di Orbán non rappresentino il resto del blocco, né ne promuovano gli interessi o gli obiettivi comuni.
Le continue critiche di Orbán al resto dell'Unione europea, sia nelle apparizioni sui media che nei discorsi, non hanno aiutato la sua immagine già in difficoltà.
In un'intervista il premier ungherese ha criticato l'Unione Europea per il suo sostegno all'Ucraina, affermando che Kiev non può vincere sul campo di battaglia e che la pace deve essere garantita attraverso concessioni e diplomazia.
Ha poi affermato che Budapest sta cercando di garantire lo stop alle ostilità e ha accusato i leader dell'Ue di "volere la guerra".
"Chi pensa che quello che stiamo facendo come Ue sia giusto può continuare a sostenere gli ucraini. Ma per coloro che non sono d'accordo, come l'Ungheria, non lo faremo. Questo dovrebbe spettare ai governi nazionali”, ha dichiarato Orbán.
In un'intervista ha anche accusato l'Ue di aver installato un "governo fantoccio" a Varsavia con Donald Tusk per far prevalere i propri interessi su quelli del popolo polacco.
Orbán si è spesso scontrato con Bruxelles, che ha trattenuto miliardi di aiuti finanziari all'Ungheria per le sue presunte violazioni dello Stato di diritto e degli standard democratici.