I pescatori denunciano che il piano della Ue, che riduce a 27 i giorni di pesca a strascico in un anno rispetto agli attuali 130, taglierebbe del 79 per cento i giorni di attività consentiti, minacciando la sopravvivenza di 556 pescherecci della flotta iberica e oltre 17mila posti di lavoro
Per il secondo giorno consecutivo martedì centinaia di pescatori spagnoli provenienti da tutto il Paese hanno manifestato a Madrid davanti la sede della delegazione della Commissione europea, nel centrale Paseo de la Castellana. Le proteste che stanno agitando la categoria sono contro la drastica riduzione della pesca a strascico nel Mediterraneo e le quote pesca discusse nel Consiglio dei ministri del settore dell'Unione europea.
Spagna: la protesta dei pescatori contro la riduzione dei giorni di pesca a strascico
Nel frattempo, nei porti spagnoli in Andalusia, Murcia, Valencia, Catalogna, i mercati ittici e dei pescatori si sono fermati per protesta, gli scioperi sono stati convocati da associazioni e sindacati del settore, fra i quali Cepesca. Tra le denunce quella che il piano dell'Ue, che riduce a 27 i giorni di pesca a strascico in un anno rispetto agli attuali 130, taglierebbe del 79 per cento i giorni di attività consentiti, minacciando la sopravvivenza di 556 pescherecci della flotta iberica e oltre 17mila posti di lavoro.
Bruxelles sostiene la riduzione della pesca a strascico nell'ambito del Piano pluriennale di pesca nel Mediterraneo occidentale, entrato in vigore nel gennaio 2020 per raggiungere, nel 2025, il rendimento massimo sostenibile delle specie del litorale. I pescatori sostengono che i dati sui quali si basa la Commissione europea sono obsoleti, perché "non tengono conto degli sforzi fatti negli ultimi 4 anni per una pesca sostenibile".