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Siria: come il conflitto potrebbe avere un impatto sulla migrazione e sulla guerra in Ucraina

Un veicolo blindato dell'esercito siriano abbandonatosu una strada controllata dagli insorti siriani nella periferia di Hama, in Siria, 3 dicembre 2024
Un veicolo blindato dell'esercito siriano abbandonatosu una strada controllata dagli insorti siriani nella periferia di Hama, in Siria, 3 dicembre 2024 Diritti d'autore  Ghaith Alsayed/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Ghaith Alsayed/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Sergio Cantone
Pubblicato il
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Mentre i ribelli siriani continuano a combattere le forze governative, gli attori esterni coinvolti nel conflitto si preparano alle potenziali conseguenze di un eventuale crollo del regime di Assad, tra emergenza migranti e l'impatto sulla guerra in Ucraina

Dopo l'inaspettata offensiva che ha riconquistato la città di Aleppo, i ribelli siriani, guidati dai membri del gruppo insurrezionale Tahrir al-Sham, si stanno dirigendo verso sud sull'autostrada M5 del Paese. Potrebbero raggiungere la provincia di Homs prima di sfondare potenzialmente verso il confine settentrionale libanese.

Si tratterebbe di un risultato militare cruciale per le sorti del conflitto, che taglierebbe fuori Damasco da un'ampia fascia della Repubblica siriana ancora controllata da Bashar al-Assad, oltre che dalla costa mediterranea, dal porto navale russo di Tartus e dall'aeroporto militare di Khmeimim.

Sarebbe una battuta d'arresto particolarmente umiliante per il governo e i suoi sostenitori. L'infrastruttura è stata costruita da Mosca nel 2015 durante la guerra contro le fazioni anti-Assad. Uno schiaffo politico oltre che strategico a Mosca, convinta sostenitrice della dinastia di al-Assad fin da prima della caduta dell'Unione Sovietica.

Escalation in Siria: l'effetto Libano

Gli eventi in Siria avranno inevitabilmente un impatto sul Libano, dove la tregua tra Israele e Hezbollah è appesa a un filo.

Hezbollah, che non è solo un proxy iraniano ma una parte cruciale delle operazioni di al-Assad per imporre il suo potere, è stato indebolito dalla guerra con Israele. Se gli insorti siriani dovessero raggiungere Homs e il confine libanese, Hezbollah si troverebbe con le spalle al muro in Libano e sarebbe tagliato fuori da una via logistica e di rifornimento chiave dall'Iran che passa attraverso la Siria e l'Iraq.

"Una delle cause di ciò che sta accadendo oggi in Siria è il controllo dei confini siro-libanesi per impedire il passaggio di armi strategiche in Libano", ha dichiarato a Euronews Antoine Habchi, deputato del Parlamento libanese della Valle della Bekka.

"La Turchia ha cercato di fare in modo che i confini libanesi non siano una via per il trasferimento di armi strategiche attraverso la Siria. Nemmeno al-Assad controlla il passaggio attraverso il suo territorio, che è controllato da altre fazioni e forze internazionali, in particolare dall'Iran", ha aggiunto Habchi.

Il ministro degli Esteri della Turchia, Hakan Fidan, ha dichiarato lunedì che gli ultimi sviluppi "dimostrano ancora una volta che Damasco ha bisogno di riconciliarsi con il suo popolo e con la legittima opposizione".

La Turchia ha sempre cercato di aumentare la sua influenza su al-Assad per rafforzare la sua posizione nella regione e permetterle di mantenere un controllo più stretto sui separatisti curdi e sui santuari siriani ricchi di petrolio nelle aree semi-autonome del nord del Paese.

Una nuova crisi dei rifugiati?

Dall'ultimo riaccendersi del conflitto siriano, migliaia di rifugiati - una stima delle Nazioni Unite parla di 120mila persone - sono fuggiti dalle zone di guerra per raggiungere i santuari del nord.

Come è accaduto durante i primi anni della guerra in Siria, il Libano si aspetta un grande afflusso. L'immigrazione di massa, a poche settimane dall'inizio dell'offensiva israeliana, potrebbe destabilizzare ulteriormente il piccolo Paese mediorientale, si teme inoltre che i siriani sfollati possano iniziare a dirigersi verso l'Europa attraverso rotte pericolose come fecero un decennio fa.

Questo è uno dei motivi per cui Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui chiedono un'urgente de-escalation tra tutte le parti.

I presidenti siriano e russo Bashar al-Assad e Vladimir Putin in Siria, 2017
I presidenti siriano e russo Bashar al-Assad e Vladimir Putin in Siria, 2017 Mikhail Klimentyev/AP

Habchi ha suggerito che per affrontare il problema l'Ue dovrebbe contribuire alla creazione di aree protette dove i rifugiati possano essere tenuti il più possibile al sicuro senza dover lasciare del tutto la regione.

"La regione di Aleppo e quella al confine con la Turchia diventeranno sicure, libere dal controllo del regime. Quindi non dobbiamo aspettare che l'intero problema siriano sia risolto prima che questi rifugiati ritornino in territorio siriano", ha affermato Habchi. Secondo il capo del dicastero lo stesso aiuto umanitario e finanziario fornito dall'Unione europea e dalla comunità internazionale ai rifugiati siriani in Libano potrebbe essere fornito dalla comunità internazionale ai rifugiati in zone sicure della Siria.

La posizione di Turchia, Iran, Russia e Stati Uniti

La Turchia ha preso le distanze dall'offensiva dei ribelli in Siria, considerandola un'iniziativa militare autonoma dei gruppi ribelli e del governo siriano.

"Sarebbe sbagliato spiegare gli eventi in Siria come un intervento straniero", ha dichiarato lunedì il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, a seguito di una visita ad Ankara del suo omologo iraniano Abbas Arqchi.

Il messaggio era rivolto direttamente a Teheran, ma anche indirettamente al Cremlino, solido partner dell'Iran in Siria.

La crisi siriana sta alzando la posta in gioco per la Turchia anche su un altro fronte: fonti diplomatiche ipotizzano che, se dovesse giocare bene le sue carte nella regione, Ankara potrebbe anche ottenere una leva in qualsiasi potenziale negoziato per portare a termine la guerra della Russia in Ucraina.

La caduta di Aleppo ha esposto il Cremlino al rischio di un eccesso militare e ha messo a dura prova la sua alleanza con Teheran, a causa dei loro obiettivi militari concorrenti nel Paese. La Russia è quindi intenzionata a disinnescare la situazione incoraggiando una distensione tra Ankara e Damasco e ha dispiegato sforzi diplomatici per aprire negoziati trilaterali.

Negli ultimi due anni, la Russia ha trasferito gli armamenti dalla Siria all'Ucraina, compresi i sistemi missilistici Pantsir, esporre la propria debolezza militare e politica in Siria potrebbe minare l'influenza della Russia in un potenziale negoziato sull'Ucraina.

Nel frattempo gli aerei d'attacco A-10 dell'esercito statunitense, dalla base siriana di Al-Tanf, hanno svolto un ruolo cruciale nel sostenere i raid delle forze separatiste curde contro unità isolate dell'esercito di al-Assad.

Martedì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha chiamato il suo omologo russo, Vladimir Putin, e ha espresso il suo pieno sostegno all'"integrità territoriale" della Siria. La stessa sera, funzionari statunitensi e russi si sono scontrati durante una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, accusandosi reciprocamente di sostenere i terroristi. Il vice ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite Robert Wood ha affermato che la Russia "sostiene i regimi che sponsorizzano il terrorismo in tutto il mondo".

Nel frattempo la ripresa del conflitto siriano offre a Israele l'opportunità di riprendere gli attacchi contro obiettivi in territorio siriano. Le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato martedì che Salman Jumaa, un alto funzionario di Hezbollah, è stato ucciso dall'aviazione israeliana vicino a Damasco.

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