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Fermata una 19enne keniota residente nel milanese, andava a combattere in Siria per l'Isis

Un combattente dell'opposizione siriana davanti al gate degli arrivi dell'aeroporto internazionale di Aleppo, in Siria, 2 dicembre 2024
Un combattente dell'opposizione siriana davanti al gate degli arrivi dell'aeroporto internazionale di Aleppo, in Siria, 2 dicembre 2024 Diritti d'autore  Omar Albam/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Omar Albam/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Euronews
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Secondo il gip di Milano la scelta della 19enne keniota, fermata il 30 novembre all'aeroporto di Orio al Serio, "di partire per i teatri di guerra" non è stata "casuale e sconsiderata" ma il frutto di accordi con referenti dello Stato islamico

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"Arruolamento con finalità di terrorismo internazionale". Sono queste le accuse nei confronti di Hafsa Bakari Mohamed, cittadina keniota di 19 anni che viveva a Carugate, nel Milanese, fermata il 30 novembre scorso mentre si stava per imbarcare dall'aeroporto di Bergamo Orio al Serio per la Turchia per poi raggiungere la Siria e andare a combattere per l'Isis.

Il fermo è stato effettuato nell'inchiesta condotta dalla Digos e coordinata dalla pm di Milano Francesca Crupi e dal procuratore Marcello Viola. Convalidato mercoledì con la custodia cautelare in carcere dal gip Luca Milani. Secondo quanto scritto da quest'ultimo la "scelta" della 19enne keniota "di partire per i teatri di guerra" non è stata "casuale e sconsiderata ma il frutto di accordi con referenti dello Stato islamico o altre associazioni terroristiche che operano in quell'area". La ragazza sarebbe stata "inserita e arruolata" per farla partecipare in conflitto.

L'indagine della Digos

L'indagine, condotta dalla Digos di Milano-Sezione Antiterrorismo Internazionale e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione-Servizio per il Contrasto dell'Estremismo del Terrorismo Esterno, era scattata ad ottobre a seguito del "costante monitoraggio degli ambienti jihadisti radicali online". Un monitoraggio che, come spiegano gli investigatori del pool antiterrorismo coordinato dall'aggiunto Eugenio Fusco, "ha consentito di individuare un profilo social aperto di video sharing, nel quale venivano pubblicati, con crescente intensità, video di propaganda dal contenuto radicale in cui era ritratta una donna con indosso il niqab, successivamente identificata nella giovane keniota".

La 19enne sui social: "Sono supporter dell'Isis"

Al vaglio degli inquirenti proprio i profili social della ragazza la quale mostrava una pistola giocattolo poi sequestrata. Dalle "emoticon dell'iconica bandiera nera" dell'Isis ai commenti "jihad (...) sta più a significare 'lotta contro i nemici' (...) non vuoi meritare il livello più alto in Paradiso?". E a chi le diceva che la guerra santa "è solo per gli uomini" lei citava "l'esempio di 'Aisha', seconda sposa di Maometto", faceva riferimenti al "suicidio a scopo terroristico" e diceva di essere una "supporter dell'Isis".

Nell'ordinanza il giudice ha parlato del "proselitismo e della mitizzazione dell'integralismo religioso" portata avanti dalla ragazza soprattutto su "Instagram e TikTok", inneggiando sempre più agli "atti di violenza contro il mondo occidentale".

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