Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha incontrato domenica il presidente siriano Bashar al-Assad a Damasco per discutere sull'offensiva dei ribelli nel Paese. Seconda tappa del viaggio diplomatico la Turchia
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha ospitato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi a Damasco domenica sera, poche ore dopo l'arrivo dell'alto diplomatico iraniano nella capitale siriana. "L'Iran continua a sostenere la Siria contro i terroristi che stanno creando scompiglio nel Paese arabo", ha dichiarato Araghchi prima di partire per la Turchia per discutere di questioni bilaterali e regionali con alti funzionari turchi. Nella sua visita in Siria Araqchi ha ribadito il "sostegno globale al governo, alla nazione e all'esercito siriano nella lotta al terrorismo" per "proteggere la stabilità e la sicurezza regionale".
Araghchi incontrerà lunedì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: "L'Iran e la Turchia hanno preoccupazioni comuni e nel frattempo divergenze sulla recente crisi siriana, per la quale avrò colloqui con le autorità turche oggi", ha detto il ministro degli Esteri iraniano.
Mosca: aiutiamo esercito Assad contro ribelli in 3 province
Il servizio di soccorso gestito dall'opposizione siriana, noto con il nome di Caschi Bianchi, ha dichiarato nella notte tra domenica e lunedì su X che almeno 25 persone sono state uccise nel nord-ovest della Siria in attacchi aerei effettuati domenica dal governo siriano di Bashar al-Assad e dalla Russia.
Sempre domenica l'esercito siriano ha condotto una serie di contrattacchi nelle città di Aleppo e Idlib per respingere l'avanzata dei ribelli. La televisione di Stato siriana ha affermato che le forze governative hanno ucciso quasi mille ribelli negli ultimi tre giorni.
L'esercito russo ha invece fatto sapere che sta aiutando l'esercito siriano a "respingere" le forze ribelli in tre province del nord della Siria, sostenendo così il governo guidato dall'alleato di Mosca Bashar al-Assad. "L'esercito arabo siriano, con l'assistenza delle Forze aerospaziali russe, sta continuando la sua operazione per respingere l'aggressione terroristica nelle province di Idlib, Hama e Aleppo", ha affermato l'esercito russo in un comunicato sul suo sito web.
Tajani: in Siria il rischio è una nuova crisi migratoria
"In Siria rischiamo un nuovo collasso migratorio e una nuova catastrofe umanitaria. Dobbiamo tutti muoverci e fare in fretta per evitare il peggio". Così al QN il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Sto seguendo quello che accade minuto per minuto - avvisa Tajani - Faccio appello a tutte le parti in conflitto in Siria perché sia tutelata la popolazione civile. Continuiamo ad assicurare, con la nostra ambasciata, ogni possibile assistenza agli italiani in Siria". "Sono molto preoccupato per quello che sta accadendo in Siria, per le centinaia di morti che rischiamo di avere ancora - prosegue nell'intervista - Ma se scoppia una guerra civile, il vero rischio per noi è che ci sia un collasso migratorio, così come c'è stato in occasione della prima guerra civile siriana, con la fuga, allora, verso il Libano e verso la Germania dove furono accolti da Merkel".
Cosa sta succedendo in Siria
Mercoledì scorso una coalizione di gruppi ribelli guidati da Hayat Tahrir al-Sham ha condotto una offensiva a sorpresa nelle campagne di Aleppo e Idlib. L'attacco ha costretto le forze armate siriane a ritirarsi temporaneamente, in attesa dei rinforzi per rispondere. Venerdì gli insorti hanno sfondato le linee di difesa governative ad Aleppo e sono entrati nel quartiere occidentale della città con poca resistenza.
Per la prima volta dal 2016, le truppe governative siriane hanno combattuto contro i ribelli jihadisti all'interno della città di Aleppo, mentre gli aerei da guerra hanno preso di mira le linee di rifornimento dei ribelli ai margini della città. Lo hanno riferito sabato i media statali siriani.