Raid aerei di Israele sulla capitale del Libano venerdì sera. Uccisi tre giornalisti di media legati a Hezbollah nel sud del Libano. Nella Striscia di Gaza decine i morti in diversi attacchi
L'esercito israeliano (Idf) ha sferrato una serie di attacchi contro diverse zone della Striscia di Gaza venerdì, provocando decine di vittime. L'Idf ha colpito in particolare un'abitazione a Khan Younis, nel sud dell'enclave palestinese, provocando la morte di almeno 38 persone, di cui 11 bambini, secondo le autorità locali.
Sempre fonti palestinesi hanno parlato di un nuovo raid militare nell'ospedale Kamal Adwan e di almeno 12 persone uccise mentre erano in fila a una distribuzione di aiuti nel nord della Striscia e della morte e del ferimento di circa 150 civili, tra cui donne e bambini, giovedì nel campo profughi di Jabalia.
Venerdì, almeno due persone nel nord di Israele sono state uccise a Majd Al-Krum durante un lancio di razzi dal Libano, secondo il servizio di emergenza israeliano, Magen David Adom. Le schegge dei razzi hanno colpito una palestra, dei sei feriti uno versa in gravi condizioni.
Attacchi contro giornalisti in Libano: morti 3 reporter
Oltre 500mila persone hanno attraversato il confine siriano per sfuggire ai bombardamenti israeliani sul Libano, tra cui alcuni nella serata di venerdì sulla periferia sud di Beirut, tradizionale roccaforte di Hezbollah.
Un altro raid ha colpito un hotel usato come residenza dai giornalisti a Hasbaya, nel sud del Paese, a circa cinquanta chilometri da Beirut. Ci sono stati almeno tre morti, un cameraman e un tecnico che lavoravano per l'emittente filo-iraniana Al-Mayadeen e un operatore video di Al-Manar, la tv di Hezbollah.
Almeno 18 reporter risiedevano nell'hotel, alcuni hanno testimoniato di non avere ricevuto avvisi dell'attacco. Israele ha aperto un'inchiesta, sostenendo di avere emanato un'ordine di evacuazione dalla struttura che era considerata un covo di Hezbollah.
Dure la parole del ministro dell'Informazione libanese. "Questo è un assassinio, dopo monitoraggio e tracciamento, con premeditazione e pianificazione, poiché erano presenti 18 giornalisti in rappresentanza di sette istituzioni mediatiche. Questo è un crimine di guerra", ha scritto il ministro Ziad Makary in un post su X.
Blinken in Qatar: a che punto sono i colloqui per il cessate il fuoco
Il segretario di Stato americano Antony Blinken si è recato a Doha giovedì per incontrare funzionari del Qatar che sono stati mediatori chiave per Hamas. Blinken è al suo undicesimo viaggio in Medio Oriente dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas.
I colloqui proseguono tra le parti israeliane e palestinesi. L'ufficio del primo ministro israeliano ha dichiarato giovedì che il capo del Mossad David Barnea sarebbe partito domenica per colloqui a Doha con il capo della Coa, William Burns, e il primo ministro del Qatar.
Hamas non ha confermato pubblicamente se invierà una delegazione a Doha. Molti dei leader dei militanti vivono nell'emirato arabo del Golfo. Né Hamas né Israele hanno mostrato alcun segno di ammorbidimento delle loro richieste da quando i negoziati si sono fermati in estate.
Secondo il Wall Street Journal che cita mediatori arabi, una proposta fatta da Barnea ha nei giorni scorsi a Hamas per una tregua e della liberazione degli ostaggi in cambio di un passaggio sicuro fuori dalla Striscia è stata respinta dal movimento palestinese. Per Khalil al-Hayya, negoziatore per Hamas, la proposta dimostra come Israele stia ancora fraintendendo il gruppo.
Blinken venerdì mattina ha poi incontrato il primo ministro libanese a Londra e riferendosi alle richieste di disarmo di Hezbollah ha detto: "Abbiamo un senso di vera urgenza nel giungere a una risoluzione diplomatica e alla piena attuazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in modo che possa esserci una vera sicurezza lungo il confine tra Israele e Libano".