Un attacco israeliano su un villaggio a maggioranza cristiana nel nord del Libano ha ucciso oltre 20 persone. Netanyahu ha promesso vendetta dopo che un attacco Hezbollah ha eluso il sistema Iron Dome. I ministri europei hanno chiesto lo stop agli attacchi alle postazioni Unifil al confine
Almeno 21 persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano su Ayto, nel nord del Libano. Il villaggio, a maggioranza cristiana, è lontano dalle principali aree di influenza del gruppo militante Hezbollah nel sud e nell'est del Paese.
Il bilancio, confermato dal ministero della Sanità libanese, è stato aggiornato sulla base di test sul Dna effettuati sui resti delle vittime.
Un funzionario della sicurezza libanese ha riferito che l'edificio "ospitava famiglie sfollate dal sud del Libano, ed è stato preso di mira poco dopo l'arrivo di un uomo in macchina".
Nessun commento da parte dell'esercito israeliano. Non è ancora chiaro quale fosse l'obiettivo dell'attacco.
A inizio ottobre Israele ha chiesto a 27 villaggi del Libano meridionale di evacuare a nord del fiume Awali. Gli avvisi presentano forti somiglianze con quelli emessi da Israele nei confronti dei civili di Gaza.
Secondo la divisione per i diritti umani dell'Onu, un quarto del territorio libanese sarebbe sottoposto a ordini di sfollamento.
Il governo di Beirut afferma che più di 1,2 milioni di persone sono state sfollate a causa degli attacchi aerei e dell'invasione di terra di Israele nel sud del Libano.
I ministri europei chiedono lo stop agli attacchi sulle postazioni Unifil
Intanto, Israele promette vendetta dopo che un drone di Hezbollah è riuscito nella tarda serata di domenica a eludere l'Iron Dome e colpire una base militare uccidendo quattro soldati.
Parlando con i militari sul posto, il premier Benjamin Netanyahu ha assicurato che lo Stato ebraico continuerà a colpire "senza pietà in tutte le parti del Libano compresa Beirut".
Anche il ministro della Difesa, Yoav Gallant, durante un colloquio con l'omologo statunitense Lloyd Austin, ha sottolineato la gravità dell'attacco e ha annunciato una "risposta dura".
Sul fronte libanese rimane alta anche la tensione con i Caschi Blu. Il ministro israeliano dell'energia, Eli Cohen, ha ribadito che l'Unifil "funge da scudo per Hezbollah e va rimossa".
I ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Regno Unito hanno risposto con una nota congiunta dove hanno chiesto a Israele di "terminare immediatamente" gli attacchi al contingente Unifil.
La situazione non migliora nemmeno nella Striscia di Gaza dove sono morte almeno quattro persone e circa 70 hanno riportato gravi ustioni a seguito di un incendio causato da un raid israeliano.
È stata colpita una tendopoli che ospitava degli sfollati palestinesi nel giardino dell'ospedale dei martiri di Al-Aqsa a Deir al-Balah.
I medici che si sono recati sul posto hanno parlato di persone "bruciate vive" in quello che hanno definito "uno spettacolo dell'orrore".
L'ospedale dei martiri di Al-Aqsa era già sotto sforzo per curare un altissimo numero di persone ferite in un precedente attacco a una scuola trasformata in rifugio dove sono morte 20 persone.
L'esercito israeliano ha ufficializzato la morte del capo dell'aviazione di Hamas in un raid effettuato lo scorso settembre a Gaza. Samer Abu-Daqa, questo il suo nome, era tra coloro che hanno pianificato l'infiltrazione in Israele il 7 ottobre con parapendio e droni.