Con l'Ucraina che ha crescente bisogno di aiuti finanziari e militari, e con le elezioni europee di giugno alle porte, la Slovacchia si avvia probabilmente a replicare il modello Ungheria con Fico al governo e Pellegrini presidente
La vittoria del socialdemocratico, Peter Pellegrini, alle elezioni presidenziali di questo fine settimana in Slovacchia, potrebbe rafforzare la linea euroscettica e tollerante verso la Russia tenuta finora dal premier, Robert Fico.
"Il risultato delle elezioni significa che sia il governo che il presidente saranno espressione della stessa tendenza politica" spiega Petr Just, politologo e docente presso l'Università Carolina di Praga, in Repubblica Ceca.
"Pellegrini è un leader della coalizione di governo e ora siederà nell'ufficio presidenziale. È molto probabile che non metterà ostacoli all'agenda del governo Fico" continua Just.
Il governo in carica a Bratislava si è insediato lo scorso ottobre, sostenuto da una coalizione guidata dal Partito della Sinistra Democratica di Fico (Smer) e fino al 2020 di Pellegrini, dopo una campagna elettorale improntata a una retorica antieuropeista e anti-immigrazione.
Il grande sconfitto alle presidenziali, Ivan Korcok, che ha ottenuto il 46 per cento dei voti contro il 53 per cento di Pellegrini, puntava proprio su legami più forti con Bruxelles.
La Slovacchia potrebbe minare l'unanimità dell'Ue sull'Ucraina
Ma sono state le posizioni sulla guerra in Ucraina a segnare un solco tra i candidati.
Pellegrini ha accusato Korcokdi voler trascinare la Slovacchia in guerra, mettendo in dubbio il futuro sostegno del Paese agli aiuti dell'Unione europea a Kiev, come fatto a più riprese in questi anni dall'Ungheria di Viktor Orbán.
"Nei discorsi post-vittoria Pellegrini si espresso però come un convinto europeista, come un amico della Nato, sottolineando il dovere di proteggere gli interessi slovacchi" nota Just.
"Sembra giocare su due tavoli per ora. Vedremo come si comporterà da presidente".
Il presidente della Repubblica in Slovacchia non gode di poteri esecutivi, ma può porre veti alle leggi o sollevare dubbi di costituzionalità rinviandole alla Corte costituzionale.