Hong Kong, nuova legge sulla sicurezza: l'ultimo "colpo" della Cina alla democrazia

I legislatori di Hong Kong dopo l'approvazione della nuova legge sulla sicurezza, basata sull'articolo 23 della Basic Law dell'ex colonia britannica
I legislatori di Hong Kong dopo l'approvazione della nuova legge sulla sicurezza, basata sull'articolo 23 della Basic Law dell'ex colonia britannica Diritti d'autore Louise Delmotte/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
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Di Gabriele Barbati
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Hong Kong ha approvato una nuova legge sulla sicurezza. Dopo vent'anni di riforme giudiziarie e di proteste popolari, per i critici, arriva il colpo di grazia della Cina alla democrazia nell'ex colonia britannica

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Hong Kong ha approvato martedì una nuova legge sulla sicurezza, che critici della Cina e organizzazioni per i diritti definiscono il colpo di grazia alla democrazia nell'ex colonia britannica, passata nel 1997 sotto il controllo di Pechino.

Il provvedimento sulla "Salvaguardia della sicurezza nazionale" è noto anche come Articolo 23 in quanto adottato sulla base di questo articolo della carta costituzionale di Hong Kong (la Basic Law).

Consente fermi di polizia di circa due settimane senza accuse, processi a porte chiuse, aggrava le pene per i reati di spionaggio, per la diffusione di segreti di Stato e introduce l'ergastolo per chi danneggia la pubblica proprietà e la sicurazza nazionale in combutta con forze straniere. 

"Un altro grande chiodo sui diritti di Hong Kong" per gli oppositori

"Si tratta di un altro grande chiodo sul feretro dei diritti a Hong Kong" ha commentato l'ultimo governatore britannico del territorio, Chris Patten, che insieme con ottanta personalità ha pubblicato un comunicato di condanna della legge. 

Stati Uniti eUnione Europea hanno espresso preoccupazione per l'erosione delle libertà a Hong Kong e la potenziale inaffidabilità per gli investimenti finanziari, una delle fortune della città per decenni.

Pechino: "Attacchi e calunnie su Hong Kong falliranno"

Per le autorità locali le nuove misure approvate all'unanimità dal Consiglio legislativo (l'organo parlamentare di Hong Kong, controllato da Pechino attraverso la componente non eletta dei deputati) sono necessarie per garantire la stabilità della città, il cui territorio si divide tra la terraferma e diverse isole nel Mare cinese meridionale.

"La Cina si oppone a interferenze negli affari interni di Hong Kong" ha detto uno dei portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Lin Jian. 

"Porteremo avanti la politica 'un Paese, due sistemi'", ha aggiunto Lin, riferendosi all'impegno a mantenere il sistema politico e giudiziario di Hong Kong per almeno 50 anni dopo la riunificazione con la Cina.

In 20 anni la Cina ha ribaltato la democrazia di Hong Kong

Dal 2003, quando manifestazioni popolari bloccarono il primo tentativo di introdurre norme stringenti sulla sicurezza, la Cina ha smantellato la democrazia di Hong Kong a colpi di riforme giudiziarie.

Nel 2014 l'opposizione si mobilitò di nuovo nella "Rivoluzione degli ombrelli" e ancora nel 2019,contro una legge che permetteva di estradare in Cina chi è sospettato di reati di sicurezza.

Queste ultime proteste pro-democrazia con decine di migliaia di persone avevano portato l'anno successivo alla Legge sulla sicurezza nazionale, di cui l'ultimo provvedimento non è che un ampliamento.

Sulla base di quella legge - che criminalizzava reati di secessione, sovversione, terrorismo ma anche di "collusione con forze straniere" - sono state arrestate finora circa 250 persone, tra cui il leader delle proteste studentesche, Joshua Wong, e Jimmy Lai, l'editore di del quotidiano di opposizione poi chiuso Apple Daily.

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