L'ospedale di al-Shifa, a Gaza City, è stato nuovamente attaccato dalle forze israeliane. L'df ha preso il controllo della struttura e arrestato 80 persone. Non ci sono ancora conferme ma si parla di numerose vittime
Le forze militari israeliane hanno lanciato un altro raid contro l'ospedale al-Shifa di Gaza City, che già in passato era stato colpito. L'attacco è avvenuto alle prime ore di lunedì. Infatti, secondo Tel Aviv - che in un comunicato aveva confermato un'operazione nella zona - la struttura sarebbe utilizzata come base logistica da miliziani di Hamas. Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha precisato che l'esercito ha condotto "operazioni di alta precisione" in alcune porzioni del complesso sanitario e che l'azione sarebbe stata effettuata basandosi su informazioni "concrete". Tuttavia, non sono state fornite prove circa la reale presenza di Hamas nell'ospedale.
Divampato un incendio all'ingresso dell'ospedale
Il ministero della Salute di Gaza ha dichiarato che l'attacco ha provocato un incendio all'ingresso dell'ospedale, causando soffocamenti, anche tra donne e bambini. Per ora non è stato ufficializzato un bilancio, neppure provvisorio, ma si parla di decine di morti. I media israeliani, intanto, hanno riferito che l'esercito ha preso quindi il controllo dell'ospedale e ha arrestato 80 persone.
Nel frattempo, le condizioni dei civili a Gaza sono sempre più disperate. A confermarlo sono alcune scene di palestinesi disperati, in coda per tentare di ricevere i pochi aiuti alimentari disponibili. Come accaduto domenica a Gaza City di fronte alla sede dell'agenzia delle Nazioni Unite Unwra, presso la quale è stata distribuita della farina.
Chi è rimasto a Gaza City è isolato e privo di mezzi di sussistenza
Si ritiene che circa 300mila persone siano rimaste nel centro urbano nonostante l'ordine di evacuazione diramato da Israele. Ora si trovano privi di generi di prima necessità e isolati. Tanto che, secondo quanto riferito dall'agenzia AP, molti si sono ormai ridotti a mangiare cibo per animali pur di sopravvivere.
Anche le organizzazioni umanitarie spiegano che è impossibile far arrivare aiuti via terra in gran parte della Striscia di Gaza, a causa di restrizioni e per via dei conflitti i corso. Anche perché questi ultimi non sembrano attenuarsi: il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che andrà avanti con i piani anche nel territorio di Rafah, al confine meridionale con l'Egitto, nonostante le crescenti pressioni affinché Tel Aviv eviti ulteriori vittime tra i civili.
La preoccupazione di von der Leyen e Scholz per la situazione umanitaria
Proprio domenica la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno espresso gravi preoccupazioni per la situazione umanitaria a Gaza, nella quale sarebbe ormai imminente una situazione di carestia. Entrambi hanno sottolineato la necessità di un cessate il fuoco per consentire l'ingresso degli aiuti.