Secono i giudici russi, Orlov è stato condannato per la critica ripetuta nei confronti delle forze armate russe, in relazione a un articolo apparso sulla rivista francese Mediapart
L'attivista per i diritti umani Oleg Orlov è stato condannato martedì 27 febbraio dal tribunale Golovinsky di Mosca a due anni e mezzo di carcere.
Orlov è stato riconosciuto colpevole di aver screditato le forze armate russe.
70 anni, già presidente dell’ong Memorial, a cui nel 2022 è stato assegnato il Nobel per la pace dopo essere stata sciolta dalle autorità russe, Oleg Orlov ha denunciato pubblicamente “il soffocamento della libertà in Russia” e “l’aggressione all’Ucraina”.
Critiche all'esercito russo, condannato Orlov
Secono i giudici, Orlov deve la sua condanna alla critica ripetuta nei confronti delle forze armate russe, in relazione a un articolo apparso sulla rivista francese Mediapart. Lo scorso autunno, un tribunale lo aveva multato per 150.000 rubli (1.500 euro).
Ora le accuse sono state inasprite, con l'aggiunta di circostanze aggravanti: motivi di "inimicizia e odio verso i militari" e "inimicizia ideologica contro i valori spirituali, morali e patriottici tradizionali". Il video pubblicato martedì dall'agenzia di stampa indipendente russa SOTA mostra Orlov ammanettato, condotto fuori dal tribunale lungo un corridoio pieno di persone che applaudono.
"Un verdetto già scritto", ha dichiarato l'attivista per i diritti umani
Parlando fuori dal tribunale lunedì 26 febbraio, Orlov ha dichiarato ai giornalisti che il verdetto "era già stato scritto, non è stato determinato in tribunale, L'assoluzione nell'attuale Russia di Putin da tali accuse non è possibile. Anche se non sono colpevole di nulla, non sono colpevole di alcun crimine e non mi pento di nulla, il verdetto sarà di colpevolezza".
Il 2 febbraio la Russia ha dichiarato Orlov "agente straniero". Il gruppo Memorial, che si batteva per preservare la memoria delle vittime della repressione comunista e contro le violazioni dei diritti legate alle guerre russe in Cecenia (e non solo), è stato sciolto dalla Corte Suprema della Russia nel dicembre 2021.