La Serbia accoglie migliaia di profughi di guerra dall'Ucraina e di fuoriusciti russi, circa dieci volte in più. La via per l'Unione Europea è difficile e molti rimangono in Serbia: le storie di Zhenia e Ivanna
Da quasi due anni secondo stime serbe 150mila russi e 16mila ucraini stanno dalla stessa parte della guerra, quella dei rifugiati.
Oltre 4 milioni di ucraini sono fuggiti dall'invasione verso l'Europa e a loro si sono aggiunti quanti in Russia avevano buoni motivi per scappare.
"Mi sentivo come in una gabbia. Mi sento, forse non in colpa, ma responsabile del fatto che il mio Paese uccida persone di un Paese vicino, in mio nome" dice un cittadina russa di nome Zhenia proveniente da Sakalin, nell'estremo oriente della Federazione Russa.
Zhenia è partita poco dopo l'inizio della guerra e si è stabilita a Novi Sad, nel nord della Serbia, racconta lasciando un fiore in un memoriale improvvisato in una piazza cittadina per Alexei Navalny, l'attivista russo morto lo scorso venerdì.
Come molti connazionali, Zhenia è rimasta nei Balcani, anche a causa delle restrizioni all'entrata nell'Unione Europea, più severe per i russi che per gli ucraini.
Oltre 4 milioni di profughi ucraini si sono rifugiati nella Ue
Almeno 80mila persone partite dall'Ucraina e transitate per la Serbia sono riuscite a proseguire verso l'Ue. Tra chi è rimasto, c'è un grande desiderio di tornare indietro.
Nel centro di accoglienza di Vranje, nel sud della Serbia, vive Ivanna Korniiko, che ha lasciato la madre e la sorella a Kamenjec-Podoljski nell'ovest dell'Ucraina. Il marito è a Kiev dopo aver combattuto per un anno al fronte.
"In Serbia si sta bene" dice Ivanna che non vede il marito da circa due anni "ma a casa è più bello".