Gaza, altri paesi boicottano l'Unrwa: Israele smentisce tregua e propone nuove colonie

Il commissario generale dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per il soccorso ai palestinesi, Philippe Lazzarini
Il commissario generale dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per il soccorso ai palestinesi, Philippe Lazzarini Diritti d'autore Bilal Hussein/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Gabriele Barbati
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Austria, Giappone e Romania si aggiungono alla decina di Paesi che ha sospeso gli aiuti all'Unrwa. Si cercano soluzioni alternative per l'assistenza umanitaria ai palestinesi a Gaza. L'estrema destra in Israele pensa invece a ricreare gli insediamenti nella Striscia

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Austria, Giappone e Romania si sono aggiunti alla lista di donatori che hanno deciso di sospendere i propri finanziamenti all'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per il soccorso dei palestinesi al centro di una controversia internazionale per presunte complicità negli attacchi di Hamas del 7 ottobre contro Israele.

Le Nazioni unite hanno chiesto di rivedere la decisione, che rischia di aggravare una situazione già "estremamente disperata" a Gaza, dopo avere provveduto a licenziare 11 dipendenti dei 13 coinvolti negli attacchi, gli altri due sono deceduti.

Sarebbero però 190 gli impiegati palestinesi dell'Unrwa (che ha oltre 13mila dipendenti) affiliati a Hamas e al movimento per il Jihad Islamico, secondo l'agenzia Reuters, che ha avuto accesso al dossier fatto circolare da Israele venerdì. È lo stesso giorno in cui la Corte Internazionale di Giustizia de L'Aia ha ordinato di evitare altri atti che possano condurre a un genocidio dei palestinesi.

L'Unrwa ha fondi fino a febbraio: chi la sostituirebbe a Gaza?

Sabato gli Stati Uniti hanno deciso di sospendere i finanziamenti all'Unrwa in attesa di indagini, seguiti poi da una decina di Paesi. Le autorità palestinesi, tra cui il premier Mohammed Shtayyeh, hanno attaccato le accuse come false.

Le nazioni che hanno ritirato i fondi, tra cui l'Italia, hanno versato la maggior parte degli 1,17 miliardi di dollari ricevuti dall'Unrwa nel 2022. L'agenzia ha cassa per un altro mese, avverte l'Onu, dopodiché rischia di dovere sospendere l'assistenza a circa un milione e mezzo di rifugiati palestinesi a Gaza, ora anche sfollati dai bombardamenti, aprendo l'interrogativo su chi provvederebbe a quel punto a gestire e distribuire gli aiuti umanitari.

La Germania ha suggerito di fare pervenire gli aiuti attraverso altri enti e ha ribadito, in una una telefonata di Olaf Scholz al presidente egiziano Al-Sissi, l'importanza di fare entrare l'assistenza umanitaria dal valico di Rafah. Il cancelliere tedesco ha anche chiesto di lavorare per la soluzione dei due Stati, la stessa invocata domenica da Papa Francesco.

Ho appena cancellato gli incontri di mercoledì con il capo @UNRWA @UNLazzarini. Lazzarini dovrebbe tirare le somme e dimettersi

Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha cancellato un incontro programmato in settimana con il commissario generale dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, dichiarando che i "sostenitori del terrorismo non sono benvenuti".  

Accordo in arrivo su ostaggi a Gaza? Netanyahu smentisce

Secondo media locali, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, si appresta a discutere nel gabinetto di guerra un accordo per il rilascio in una prima fase di 35 ostaggi in cambio di una tregua a Gaza fino a 45 giorni e la liberazione di oltre un centinaio di detenuti di lungo corso palestinesi per ogni ostaggio rilasciato. 

L'accordo sarebbe stato messo a punto nei colloqui di Parigi con Egitto, Qatar e Stati Uniti e sottoposto ad Hamas per ulteriori colloqui al Cairo.L'ufficio del primo ministro israeliano ha smentito l'accuratezza delle informazionifornite dalla stampa, definendo le concessioni citate nell'accordo "inaccettabili".

Altri morti a Gaza e in Cisgiordania nelle operazioni militari di Israele

Un bombardamento su Gaza city ha ucciso o ferito una ventina di persone, ha riferito l'agenzia di stampa palestinese Wafa. 

Tre persone sono morte invece cercando di trasportare un cadavere fuori dall'ospedale Al Amal di Khan Younis, la città nel sud della Striscia di Gaza che l'esercito israeliano ha completamente circondato. Lo ha riferito la Mezzaluna Rossa palestinese.

La situazione all'interno dell'ospedale Al-Amal è tragica. Al momento, l'ospedale si sta occupando di tre morti e di quattro feriti, tutti sfollati rifugiatisi nell'ospedale

Nelle zone centrali di Israele sono tornate a suonare le sirene antiaeree a causa di razzi lanciati in direzione di Tel Aviv e rivendicati, come risposta ai massacri di Gaza, dalle Brigate Al-Qassam l'ala militare di Hamas. 

Poco più a nord, a Haifa, un ventenne palestinese è stato ucciso nel pomeriggio di lunedì dopo aver investito in auto un militare ferendolo gravemente. L'uomo, residente in Israele, era anche sceso dal veicolo brandendo un'ascia. 

Violenze anche in Cisgiordania, dove le forze di sicurezza israeliane hanno condotto operazioni in varie località. Due palestinesi sono rimasti uccisi in un villaggio a sud di Hebron, altri tre sono morti nei pressi di Jenin, Nablus e Ramallah.

La destra israeliana discute il ritorno dei coloni a Gaza

Dodici ministri del governo Netanyahu hanno partecipato a un incontro domenica, chiamato "Gli insediamenti porteranno alla vittoria e alla sicurezza", in cui si è discussa la creazione di ventuno insediamenti nella Striscia quando la guerra sarà finita. 

La leader dei coloni, Daniella Weiss: "Gaza, la porta meridionale di Israele, si aprirà e la gente di Gaza si sposterà in tutto il mondo”

Il ministro per la sicurezza, Itamar Ben Gvir, presente alla riunione ha rincarato la dose lunedì, nonostante le critiche arrivate sulla riunione da Stati Uniti, Germania e da una parte della stessa maggioranza politica israeliana.

"Metteremo delle basi militari, nella prima fase, e incoraggeremo l'emigrazione di centinaia di migliaia di persone attraverso un progetto pilota, e le trasferiremo in Paesi più sicuri" ha dichiarato in Parlamento il leader del partito estremista Potere Ebraico.

Nel 2005 i coloni ebrei nella Striscia erano stati evacuati per volere dell'allora primo ministro israeliano Ariel Sharon, una mossa che aveva portato a elezioni e a una guerra civile palestinese da cui Hamas era uscito vittorioso due anni dopo.

Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha assicurato tuttavia agli Stati Uniti la scorsa settimana, secondo Axios, che l'esercito israeliano non consentirà la ricostruzione di insediamenti a Gaza.

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