Gaza: Netanyahu rifiuta la soluzione a due Stati, Guterres chiede il cessate il fuoco immediato

esercito israeliano a Gaza
esercito israeliano a Gaza Diritti d'autore Ariel Schalit/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Di Euronews
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Il premier israeliano torna a ribadire che la guerra andrà avanti e che non intente accettare la soluzione appoggiata dagli Stati Uniti. Il Segretario generale delle Nazioni Unite chiede un cessate il fuoco immediato per mettere in sicurezza civili e ostaggi

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Dopo gli attacchi aerei israeliani della notte tra venerdì e sabato su Siria e Libano, sono tornate le serie preoccupazioni per una possibile ricaduta della guerra a Gaza su tutto il Medio Oriente, tenendo conto anche della rapida escalation in Yemen, dove gli Houthi giurano di continuare a interdire la navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden nonostante gli attacchi quotidiani di Stati Uniti e alleati.

Guterres: "Cessate il fuoco a Gaza"

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, in visita in Kenya, ha sottolineato ancora una volta la necessità di un cessate il fuoco umanitario a Gaza il prima possibile, non solo per porre fine alle sofferenze dei civili a Gaza e per restituire gli ostaggi israeliani, ma per evitare che il conflitto diventi totalmente incontrollabile.

Netanyahu rifiuta la soluzione due Stati

La leadership israeliana, tuttavia, è fermamente intenzionata a proseguire con l'attuale modalità di operazioni. Il premier Benjamin Netanyahu sabato ha respinto ancora una volta la soluzione a "due Stati", scrivendo sui sociale che Israele ha bisogno di ottenere il "controllo della sicurezza" su tutto il territorio dal fiume Giordano al Mediterraneo, che è fondamentale per la sicurezza di Israele. Netanyahu ammette che tale concetto è contrario all'esistenza di uno Stato palestinese.

Israele va avanti nonostante le pressioni degli Stati Uniti

Ma allo stesso tempo, Netanyahu e il suo gabinetto stanno affrontando crescenti critiche provenienti sia dall'interno che dall'esterno. Il tweet è il secondo rifiuto di fila di seguire gli appelli degli Stati Uniti, alleato giurato di Israele e uno dei pochi Paesi che ha espresso un sostegno fermo e indiscutibile a Israele, sia a parole che nelle forniture di armi. In precedenza, la Casa Bianca aveva espresso forte disappunto per tale posizione del leader israeliano, tuttavia, Washington desidera proseguire i negoziati per convincere Netanyahu.

Le critiche interne al governo di Netanyahu

Nello stesso Paese, le proteste antigovernative non si sono mai fermate dall'inizio della guerra. Nei primi giorni, gli oppositori hanno incolpato il Gabinetto del fallimento dei servizi di intelligence che hanno reso possibile un attacco a sorpresa da parte di Hamas. Ora chiedono elezioni anticipate per sostituire Netanyahu, dato che la sua politica di "spinta" sembra essere sempre meno efficace nel raggiungere l'obiettivo chiave di Israele: la liberazione degli ostaggi. Questa settimana, uno dei ministri del Gabinetto di Guerra, l'ex Capo di Stato Maggiore Gadi Eisenkot, ha espresso un'aperta critica a Netanyahu, sostenendo che il cessate il fuoco e i colloqui sono l'unico modo possibile per riportare gli ostaggi a casa vivi.

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