Funzionari Onu a Rafah: ogni volta condizioni peggiori, "la situazione è una pentola a pressione"

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Di Michela Morsa
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Gli alti funzionari delle Nazioni Unite, in visita nella Striscia di Gaza, descrivono una situazione al collasso. Preoccupazione per i bambini e il rispetto dei diritti umani dei detenuti palestinesi

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Diversi alti funzionari delle Nazioni Unite hanno messo in guardia ancora una volta sulla situazione umanitaria catastrofica nella Striscia di Gaza. Da Rafah, il capo dell'Ufficio dell'alto commissariato per i diritti umani nei territori palestinesi occupati Ajith Sunghay ha descritto la situazione come "una pentola a pressione, nel mezzo del caos più totale, data la terribile situazione umanitaria, le carenze, la paura e la rabbia dilaganti". 

Lo stesso Sunghay ha detto di poter chiaramente sentire i continui bombardamenti israeliani in corso nel sud della Striscia. L'Idf è ulteriormente avanzato nell'area meridionale dell'enclave palestinese, bombardando i dintorni dell'ospedale Nasser, il più grande ospedale del territorio ancora parzialmente funzionante.

Nelle ultime ore i bombardamenti hanno ucciso decine di persone sia nell'area di Khan Younis che a Gaza City, le cui zone costiere sono colpite anche dalle cannoniere israeliane ancorate a largo della Striscia. 

Venerdì anche il commissario generale dell'Agenzia per i rifugiati palestinesi (Unrwa) Philippe Lazzarini, a due giorni dalla sua quarta visita a Gaza dal 7 ottobre, ha detto che le condizioni sono peggiorate dal suo ultimo viaggio. 

"Oggi [le persone] sembrano essere in una sorta di modalità di sopravvivenza automatica. Sembrano esauste. Non riescono a dormire. Fa freddo, si è per strada. Ci sono i droni. C'è un bombardamento. Sono tutti ansiosi, non solo per la sopravvivenza quotidiana, ma anche per il futuro", ha dichiarato Lazzarini. 

Ha appena terminato una visita di tre giorni nella Striscia di Gaza anche il vice direttore esecutivo dell'Unicef Ted Chaiban, che ha descritto l'enclave palestinese "come il posto più pericoloso al mondo per essere un bambino". 

La disperazione e l'impotenza si impadroniscono anche dei palestinesi della Cisgiordania. Venerdì i fedeli si sono riuniti nella città di Tulkarem per piangere sei degli otto palestinesi uccisi durante il raid israeliano di mercoledì. Dal 7 ottobre, le forze israeliane hanno ucciso367 palestinesi in Cisgiordania

Il punto sulle operazioni umanitarie dell'Unicef

Delle quasi 25mila persone uccise nella Striscia di Gaza dall'escalation delle ostilità, fino al 70% sono donne e bambini. Lo ha dichiarato il vice direttore esecutivo dell'Unicef, che ha definito le condizioni dei bambini e delle loro famiglietra le "più orribili" che abbia mai visto.

“Dalla mia ultima visita - ha scritto Chaiban in un report -, la situazione è passata da catastrofica a quasi al collasso. L’Unicef ​​ha descritto la Striscia di Gaza come il posto più pericoloso al mondo per essere un bambino. Abbiamo detto che questa è una guerra contro i bambini. Ma queste verità non sembrano essere trapelate. L’uccisione di bambini deve cessare immediatamente”.

Chaiban si è poi appellato a Tel Aviv perché revochi le restrizioni all'accesso degli aiuti umanitari nella Striscia, garantisca comunicazioni via terra affidabili e faciliti il movimento delle forniture umanitarie per raggiungere chi non riceve assistenza da giorni, anche nel nord del territorio. 

“Prima del conflitto più di 500 camion entravano ogni giorno nella Striscia di Gaza. Quando ero lì a novembre entravano circa 60 camion umanitari al giorno. Ora si tratta di circa 130 camion al giorno insieme a una media di 30 camion commerciali al giorno. Ciò con l'apertura di un secondo valico che però resta ancora del tutto inadeguato. Stiamo cercando di fornire assistenza con la cannuccia per soddisfare un oceano di bisogni”, ha affermato Chaiban.

Le circa 250mila-300mila persone che vivono nel nord di Gaza non hanno accesso all’acqua pulita e hanno a malapena cibo. Nelle prime due settimane di gennaio, solo sette delle 29 consegne di aiuti previste hanno raggiunto con successo le loro destinazioni nel nord di Gaza. Nessun convoglio dell’Unicef ​​ha avuto accesso al nord della Striscia di Gaza nel 2024”, ha scritto.

La condizione dei detenuti palestinesi

In un report pubblicato sul blob del sito web dell'Ohchr, il capo dell'Ufficio dell'alto commissariato per i diritti umani nei territori palestinesi occupati Ajith Sunghay ha anche descritto la condizione di numerosi detenuti palestinesi rilasciati da Israele dopo 30-55 giorni di prigionia. 

"Hanno descritto di essere stati picchiati, umiliati, sottoposti a maltrattamenti e a ciò che potrebbe equivalere a tortura. Hanno riferito di essere stati bendati per lunghi periodi, alcuni di loro per diversi giorni consecutivi. Ci sono segnalazioni di uomini che sono stati rilasciati solo con i pannolini e senza indumenti adeguati con questo clima freddo", ha riferito Sunghay. 

Ciò che hanno raccontato i detenuti, ha detto il funzionario Onu, è coerente con i rapporti che il suo ufficio ha raccolto sulla detenzione di palestinesi su larga scala. Tra questi figurano molti civili, tenuti in segreto, senza accesso alle loro famiglie, ad avvocati o ad un'efficace protezione giudiziaria.

“Israele deve adottare misure urgenti per garantire che tutte le persone arrestate o detenute siano trattate in linea con le norme e gli standard internazionali sui diritti umani e sul diritto internazionale umanitario, in particolare con il pieno rispetto dei loro diritti al giusto processo”, ha aggiunto. 

Camion pieno di detenuti palestinesi legati e bendati, Gaza, venerdì 8 dicembre 2023
Camion pieno di detenuti palestinesi legati e bendati, Gaza, venerdì 8 dicembre 2023Moti Milrod/Copyright 2023 The AP All rights reserved
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