Gaza, nuovi bombardamenti di Israele: evacuato l'ospedale di Deir Al Balah

Una bandiera israeliana davanti alla città meridionale di Netivot (7 gennaio 2024)
Una bandiera israeliana davanti alla città meridionale di Netivot (7 gennaio 2024) Diritti d'autore Ohad Zwigenberg/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Di Gabriele Barbati
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Oltre 600 pazienti e operatori sanitari hanno lasciato l'ospedale dei Martiri di Al-Aqsa nel centro della Striscia di Gaza dopo un ordine di evacuazione israeliano. Bombardamenti a Jabalia, Khan Younis e Rafah. Martedì il tour diplomatico di Blinken fa tappa in Israele

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Israele ha continuato a bombardare tra domenica e lunedì le zone di Khan Younis e Rafah, nel sud di Gaza, uccidendo 113 palestinesi, in un conflitto che entra nel quarto mese senza alcuna prospettiva di una conclusione a breve

Si contano ancora i morti in un bombardamento nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia. L'artiglieria e l'aviazione israeliane sono tornate a prendere di mira però anche gli ospedali: quello Europeo a Khan Younis e l'ospedale dei Martiri di Al-Aqsa di Deir Al-Ballah, uno dei pochi rimasti in funzione nella parte centrale della Striscia e che ha visto dopo l'ultimo raid l'evacuazione di parte del personale sanitario.

Più di 600 pazienti e operatori sono stati costretti a lasciare l'ospedale, ha detto il direttore dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus.

A Gaza sono morti più di cento giornalisti dall'inizio della guerra

Un nuovo attacco mirato a un'auto con a bordo due giornalisti di Al Jazeera nei pressi di Rafah ha ucciso Mustafa Thuria e Hamza Wael Al-Dahdouh, quest'ultimo figlio del corrispondente capo da Gaza dell'emittente del Qatar, Wael Al-Dahdouh, che aveva già perso moglie e due figli in un attacco a ottobre ed era egli stesso poi sopravvissuto a un altro in cui era morto un collega.

Più di cento i giornalisti morti a Gaza del 7 ottobre, secondo il sindacato dei giornalisti palestinesi, un bilancio tragico all'interno di quello più generale delle vittime arrivato a 22.835 per il ministero della Sanità palestinese. 

Una situazione che ha spinto uno dei reporter di Al Jaazera nella Striscia, Anas El-Najar, ad annunciare che smetterà di coprire la guerra dato che "la sicurezza della mia famiglia è mille volte meglio che cercare notizie per un mondo che non conosce umanità" ha scritto su Facebook.

A questi si aggiungono oltre 50mila feriti, una stima che comprende anche la decina di bambini che ogni giorno perde le gambe per amputazioni, ha testimoniato l'ong Save the Children.

Morta una bambina di 4 anni in Cisgiordania

Una bimba palestinese è stata uccisa da agenti della polizia israeliana a un posto di controllo nei pressi di Gerusalemme.

I poliziotti hanno tentato di fermare un camioncino che ha forzato il posto di blocco, colpendo però per errore la bambina che viaggiava in un altro veicolo.

A Jenin invece un veicolo della polizia è stato colpito sabato da un ordigno esplosivo, causando la morte di un agente. L'esercito israeliano ha risposto con un raid aereo su miliziani palestinesi nella città uccidendone sette.  

Blinken visita lunedì gli Emirati e l'Arabia Saudita

Antony Blinken è in Medioriente per il suo quarto giro diplomatico dal 7 ottobre nel tentativo di frenare il conflitto e soprattutto un suo allargamento alla regione. Lunedì partirà dal Qatar per gli Emirati Arabi Uniti e a seguire l'Arabia Saudita, prima della tappa del tour in Israele martedì. 

Il segretario di stato Usa ha messo la protezione della popolazione civile e l'entrata di aiuti umanitari a Gaza in testa alle priorità nei colloqui avuti finora in Turchia, Grecia e Giordania.

"I civili palestinesi devono poter tornare a casa non appena le condizioni lo consentano" ha dichiarato Blinken domenica, quando ha visitato anche un magazzino di aiuti del Programma alimentare mondiale ad Amman. "Non possono e non devono essere costretti a lasciare Gaza".

Il rischio è alto soprattutto al confine con il Libano, dove altri sette miliziani di Hezbollah sono stati uccisi in un attacco israeliano domenica. Il portavoce dell'esercito, Daniel Hagari, ha dichiarato che l'obiettivo sono state le unità speciali del movimento che colpiscono Israele dal sud del Libano.

Gli scontri al confine nord di Israele, che hanno causato finora un centinaio di morti, si sono intensificati dopo l'omicidio mirato la settimana scorsa a Beirut del numero due di Hamas, Saleh Al-Arouri, da più parti attribuito a droni israeliani.

Il premier israeliano Netanyahu avrebbe contemplato una vera e propria guerra a Hezbollah, con il supporto degli alleati più nazionalisti del suo governo, una possibilità osteggiata dai militari e dai ministri più moderati come Benny Gantz, secondo il quotidiano statunitense Washington Post.

"Preferiamo la strada di una soluzione diplomatica concordata" ha dichiarato venerdì il ministro della Difesa, Yoav Gallant, "ma ci stiamo avvicinando al punto rovesciare la clessidra".

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