Il voto di domenica ha premiato con la maggioranza dei seggi la coalizione guidata dal Partito Progressista Serbo del presidente Vucic. Osce e Ue hanno sollevato dubbi di irregolarità durante le elezioni
Diverse centinaia di persone si sono nuovamente radunate, mercoledì a Belgrado, per protestare contro presunti brogli nelle elezioni che domenica hanno riconfermato al potere la maggioranza parlamentare e politica del presidente Aleksandar Vucic e del suo Partito Progressista Serbo.
La manifestazione, davanti alla sede della Commissione elettorale nazionale, fa seguito alle richieste del principale schieramento di opposizione, "Serbia contro la violenza", che ha già mobilitato migliaia di persone nei giorni scorsi considerando illegittimi i risultati del voto nazionale e locale.
Il governo di Belgradoha annunciato mercoledì che si ripeterà il voto parlamentare in trenta seggi (sugli ottomila aperti durante le elezioni), il prossimo 30 dicembre, secondo l'emittente statale Rts.
La coalizione di opposizione ha annunciato, tuttavia, che chiederà l'annullamento delle elezioni a tutti i livelli.
Critiche anche dall'Osce e dall'Europa
I dubbi sulle elezioni serbe sono aumentati dopo che la missione di osservazioneelettorale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha denunciato una serie di "irregolarità", tra cui l'acquisto di voti e l'uso di schede precompilate.
La Germania ha parlato di situazione inaccettabile per un Paese che ambisce a entrare nell'Unione europea, mentre gli Stati Uniti hanno invitato Belgrado a rispondere alle accuse.
L'Unione europea ha affermato che il "processo elettorale della Serbia richiede miglioramenti tangibili e ulteriori riforme".