Il settore agricolo e degli allevamenti continua a rappresentare uno dei più nocivi in termini di emissioni di gas ad effetto serra. Alla Cop28 promessi nuovi stanziamenti per la transizione ecologica
In attesa di sapere se i negoziati consentiranno o meno di raggiungere un accordo sull'uscita dalle fonti fossili, considerata imprescindibile dalla scienza ma ancora osteggiata da numerosi governi, nonché dalle aziende del settore, alla Cop28 di Dubai si cerca di lavorar anche su un altro fronte, quello dell'agricoltura. Sono stati annunciati infatti diversi stanziamenti che dovrebbero aiutare il settore, compreso quello degli allevamenti, a limitare l'impatto in termini di emissioni di gas ad effetto serra. Che attualmente resta molto alto.
Un'iniziativa congiunta di Stati Uniti e Emirati Arabi Uniti
In particolare, gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato lo stanziamento di ulteriori 9 miliardi di dollari per una loro iniziativa congiunta, battezzata "AIM for climate" (ove AIM sta per Agriculture Inovation Mission, Missione per l'innovazione agricola) che era stata lanciata due anni fa. Complessivamente, essa può contare oggi su 17 miliardi.
L'obiettivo è di fornire agli agricoltori tecnologie, conoscenze e strumenti innovativi al fine di aiutarli ad adattare i loro metodi di produzione agricole alla realtà climatica, anche tenendo conto dell'inevitabile porzione di riscaldamento globale che è ormai inevitabile, tenuto conto del quantitativo di emissioni climalteranti che sono già state disperse nell'atmosfera terrestre. Ma un altro dei principali obiettivi dell'iniziativa è affrontare la fame nel mondo.
Dalla Germania sostegno per la lotta alla deforestazoine
La Germania, a sua volta, ha annunciato un investimento di 100 milioni di euro per la lotta alla deforestazione in Brasile: un problema cruciale e che non riguarda soltanto la nazione sudamericana, bensì il mondo intero. La foresta amazzonica rappresenta infatti uno dei "polmoni" della Terra, garantendo l'assorbimento di enormi quantitativi di CO2. Non si tratta, però, solo di tutelare le masse di foresta pluviale esistenti, ma anche di sviluppare nel modo più efficace i terreni degradati dal disboscamento, per far sì che possano essere convertiti in risorse agricole ecologiche e che le popolazioni locali, le più colpite, possano trovare nuovi modi di vivere sostenibili.