Secondo il locale Servizio di sicurezza, gli sarebbe stato vietato di lasciare il Paese in quanto indirettamente accusato di "aiutare" il Cremlino
L'ex presidente ucraino, Petro Poroshenko, smentisce la dichiarazione del locale Servizio di sicurezza, secondo la quale gli sarebbe stato vietato di lasciare il Paese in quanto indirettamente accusato di "aiutare" il Cremlino.
Poroshenko era stato fermato alla frontiera e gli era stato negato l'espatrio: per lasciare l’Ucraina, Poroshenko ha bisogno del permesso della Rada (parlamento), il cui vice presidente, Alexandr Korniyenko, ha spiegato che ha dovuto annullare l'autorizzazione dopo aver ricevuto una "lettera" contrassegnata come "top secret".
Il Servizio di sicurezza dell'Ucraina (Sbu) ha dichiarato che Poroshenko aveva intenzione di incontrare "l'amico di Putin", il primo ministro ungherese Orbán, e che un tale incontro potrebbe essere utilizzato dal Cremlino nella sua propaganda.
Il partito di Poroshenko, "Solidarietà Europea", ha negato il fatto stesso che intendesse recarsi in Ungheria.
Zoltan Kovacs, segretario di Stato ungherese per la diplomazia e le relazioni pubbliche, ha affermato che "queste purghe politiche sono un'altra indicazione che l'Ucraina non è ancora pronta per l’adesione all’Unione europea".