Rapporto Ocse: rallenta la crescita in Europa e nel mondo, stime al ribasso

Il segretario di Stato degli Usa, Anthony Blinken parla al forum dell'Ocse a giugno 2021
Il segretario di Stato degli Usa, Anthony Blinken parla al forum dell'Ocse a giugno 2021 Diritti d'autore PATRICK SEMANSKY/AFP or Licensors
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Di Greta Ruffino
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L'Ocse prevede una crescita lenta in tutto il mondo ma l'inflazione dovrebbe tornare ai livelli fissati dalle banche centrali, il 2%, entro la fine del 2025. In Italia proprio l'inflazione e la bassa crescita dei salari hanno eroso il reddito reale

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Rallenta la crescita dell'economia mondiale. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha abbassato le aspettative di crescita per quest'anno e per il prossimo. Il Prodotto interno lordo (Pil) globale dovrebbe passare da un aumento del 2,9% nel 2023 al 2,7% nel 2024. Per un lieve miglioramento bisognerà aspettare il 2025 quando il Pil mondiale tornerà a crescere al 3%

Una delle principali preoccupazioni al momento è la debolezza del commercio mondiale. Inoltre, si teme che il conflitto tra Israele e Hamas e la guerra della Russia in Ucraina possano influire sui prezzi delle materie prime, come il petrolio. Un fattore che in Europa ha di certo influito è stato il ritiro dell'eccezionale sostegno fiscale per affrontare la crisi energetica.

Anche se le previsioni per la crescita sono al ribasso, nel suo rapporto semestrale pubblicato questo mercoledì l'Ocse afferma che i rialzi dei tassi di interesse stanno producendo gli effetti desiderati nel contenimento dell'inflazione, nei Paesi dall'economia più fiorente. Entro la fine del 2025 l'inflazione dovrebbe tornare ai livelli fissati dalle banche centrali, il 2%. 

"Continuiamo a essere preoccupati per l'inflazione", ha dichiarato Clare Lombardelli, economista a capo del dipartimento economico dell'Ocse, sottolineando che "se l'inflazione dovesse risultare più persistente, sarebbe necessario un maggiore aggiustamento, che ridurrebbe ulteriormente il tasso di crescita".

Oggi presentiamo l'ultimo #EconomicOutlook L'inflazione si attenua, ma il quadro generale prevede un rallentamento nel 2024 e un leggero miglioramento della crescita nel 2025, e i governi devono far fronte a crescenti pressioni fiscali

I Paesi emergenti dovrebbero avere un andamento complessivamente più dinamico e ciò consentirà all'economia mondiale di crescere del 2,9% nel 2023, rallentando al 2,7% nel 2024, prima di risalire al 3% l'anno successivo.

Gli Stati Uniti (Usa) si stanno dimostrando più forti del previsto e gli autori dello studio prevedono una crescita del Pil del 2,4% quest'anno (in percentuale due decimi in più in più rispetto alle stime di settembre e tre decimi in più rispetto a giugno) e dell'1,5% nel 2024 (due decimi di punto percentuale in più rispetto alle stime di settembre).

L'Europa in coda al gruppo, delude l'Italia

La situazione è meno favorevole in Europa. Secondo l'Ocse nella zona euro quest'anno la crescita si limiterà a uno 0,6% (tre decimi in meno rispetto alle stime di giugno), con un calo dell'attività in un Paese chiave come la Germania(-0,1%) e dati relativamente deludenti, con una brusca frenata in Francia (0,9%) e Italia (0,7%).

In Italia le cause del rallentamento sono molteplici, dall'inflazione alla bassa crescita dei salari, che hanno eroso il reddito reale. 

Un fattore che influisce sulle stime è il ritardo nella spesa dei fondi del Next Generation Eu, che comporta a sua volta ritardo nell'attuazione degli investimenti pubblici. Si parla in particolar modo dei progetti infrastrutturali che favorirebbero la crescita. È necessario invece abbandonare al più presto i progetti impraticabili. 

Secondo il rapporto infatti "la velocità di attuazione dei piani di investimento pubblici e delle riforme del Pnrr sarà cruciale per sostenere la crescita e ridurre l'incidenza del debito”. Per l'Italia sarà importante porre "l'accento sulla politica dell'offerta, accrescere la concorrenza nel settore dei servizi, in particolare quelli alle imprese, e riformare la giustizia civile".

Nel Paese l'Ocse si aspetta anche la crescita del tasso di disoccupazione, dal 7,6% del 2023 al 7,8% nel 2024, per poi tornare ad attestarsi sul 7,6% nel 2025

La Spagna sarà il Paese con la crescita più alta

La sorpresa positiva nell'eurozona nel 2023 è la Spagna, con una crescita del Pil del 2,4%, la più alta del gruppo, tre decimi di punto percentuale in più rispetto alle previsioni di giugno e un decimo di punto percentuale in più rispetto a settembre.

Gli autori dello studio hanno anche corretto al ribasso le loro previsioni di crescita per l'area dell'euronel 2024, appena dello 0,9% a causa dell'alto livello di incertezza. Questo vuol dire sei decimi in meno rispetto alle previsioni di giugno e due decimi in meno rispetto a settembre. Dovremo aspettare il 2025 per vedere un tasso leggermente più incoraggiante dell'1,5%.

Le cose non vanno meglio nel Regno Unito, con un'espansione economica di appena lo 0,5% quest'anno, dello 0,7% nel 2024 e dell'1,2% nel 2025.

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