Dopo settimane di aspre trattative e quattro voti andati a vuoto, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha finalmente approvato una risoluzione che chiede “pause e corridoi umanitari” nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato in una conferenza stampa di aver detto chiaramente al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che una soluzione a due Stati è l'unica risposta per risolvere il conflitto israelo-palestinese e che occupare Gaza sarebbe un errore.
Dopo aver incontrato il presidente cinese Xi Jinping a San Francisco, nell'ambito del vertice Apec, Biden ha dichiarato ai giornalisti che sta facendo tutto il possibile per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza, ma che ciò non significa inviare l'esercito americano.
Biden ha, inoltre, ribadito che gli Stati Uniti credono, come Israele, che Hamas abbia il suo quartier generale sotto l'ospedale al-Shifa di Gazae che Hamas abbia commesso crimini di guerra.
Ospedale al-Shifa: un'altra notte di operazioni israeliane
Usando anche i bulldozer. Israele ha continuato le operazioni all'interno dell'ospedale al-Shifa anche questa notte, diffondendo video che mostrano le armi e l'equipaggiamento di Hamas che sarebbero stati rinvenuti.
Ma finora le ricerche non hanno mostrato segni di tunnel o di un centro di comando.
E le critiche nei confronti degli attacchi all'ospedale aumentano, di ora in ora.
Nell'ospedale, da giorni, neonati (almeno tre sono morti, per il non funzionamento delle incubatrici) e centinaia di pazienti soffrono, senza elettricità e altri beni di prima necessità.
Dai racconti che filtrano da Gaza, il personale medico e i pazienti osservano terrorizzati le truppe israeliane muoversi all'interno dell'ospedale.
Interrogati e screening facciali all'ospedale
Munir al-Boursh, un alto funzionario del ministero della Sanità di Gaza all'interno dell'ospedale, ha dichiarato al "The Guardian" che, per ore, le truppe hanno saccheggiato il seminterrato e altri edifici, compresi quelli che ospitano i reparti di emergenza e chirurgia, e hanno controllato i sotterranei alla ricerca di tunnel.
I soldati hanno interrogato e sottoposto a screening facciale pazienti, personale e persone rifugiate nella struttura, ha raccontato il funzionario, aggiungendo che non sapeva se qualcuno fosse arrestato.
Né i palestinesi né i militari hanno segnalato scontri all'interno dell'ospedale.
L'esercito di Tel Aviv ha dichiarato di aver ucciso quattro militanti fuori dall'ospedale, all'inizio dell'operazione.
Ci sono anche immagini di soldati israeliani che trasportano forniture mediche e cibo per bambini.
Per Israele si tratta di un'operazione "chirurgica" contro Hamas, accusata di usare l'ospedale Al-Shifa come centro di comando. Hamas nega.
"Posso dire abbiamo trovato le uniformi degli agenti di Hamas gettati sul pavimento dell'ospedale, per permettere a quegli agenti di scappare, probabilmente in abiti civili", ha dichiarato Daniel Hagari, portavoce dell'esercito israeliano.
"Gli ospedali non sono campi di battaglia"
L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sostiene che un ospedale non deve essere considerato un teatro di guerra.
“L’incursione militare di Israele nell’ospedale al-Shifa di Gaza City è totalmente inaccettabile. Gli ospedali non sono campi di battaglia. Siamo estremamente preoccupati per la sicurezza del personale e dei pazienti”, ha tuonato Tedros Ghebreyesus, Direttore generale dell'Oms.
Finalmente carburante
Dopo 41 giorni di guerra, mentre Israele rafforza la sua presa sul nord di Gaza, i leader parlano di espandere le operazioni di terra nel sud per sradicare Hamas.
La maggior parte dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza si sono già affollati nel sud del territorio, dove la carenza di carburante minaccia di paralizzare la fornitura di servizi umanitari e di bloccare i servizi di telefonia mobile e internet.
Per la prima volta dall'inizio del conflitto, però, c'è stata una prima consegna di carburante da fuori Gaza. Dall'Egitto, il carburante è entrato attraversando il valico di frontiera di Rafah.
Svolta diplomatica
Una svolta sul fronte diplomatico: dopo settimane di aspre trattative e quattro voti andati a vuoto, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha finalmente approvato una risoluzione che chiede “pause e corridoi umanitari” nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra.