Gaza senza internet, nessuna comunicazione. Hrw: "rischio di coprire le atrocità di massa"

Fumo si leva da Gaza dopo bombardamenti
Fumo si leva da Gaza dopo bombardamenti Diritti d'autore Abed Khaled/AP Photo
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Di Ilaria Cicinelli
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Blackout delle comunicazioni, nessun accesso a internet. È il risultato dei gravi bombardamenti israeliani di questa notte. Il rischio è che risulti impossibile verificare i crimini di guerra. Carri armati israeliani nel nord della Striscia

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Gaza è senza internet. È impossibile sapere con precisione quello che avviene in tutta la Striscia. Questo presumibilmente a causa degli attacchi aerei israeliani, tra i più pesanti mai registrati finora, che questa notte hanno colpito duramente tutto il territorio. 

A causa dell'interruzione delle comunicazioni non è neanche possibile per le ambulanze raggiungere i pazienti, evacuarli dalle strutture mediche sotto attacco né trovare un rifugio sicuro. Lo afferma il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms),Tedros Adhanom Ghebreyesus in un post su X. L' Oms non è più in contatto con il suo personale e le strutture sanitarie a Gaza.

Secondo quanto affermato da Human Rights Watch il blackout nelle comunicazioni rischia di coprire possibili atrocità di massa e crimini di guerra. Molte organizzazioni umanitarie, come l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), e agenzie tra cui l'Onu, l'Unicef e l'agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), hanno riferito di non essere più in contatto con le missioni e lo staff sul territorio. 

Israele ha affermato di aver intensificato sia gli attacchi aerei che le operazioni via terra, con alcuni carri armati che sarebbero penetrati nel nord. Circa 100 aerei sarebbero stati impiegati nelle operazioni. Secondo quanto afferma l'esercito israeliano sarebbero state colpite 150 infrastrutture di Hamas, tra cui molti tunnel sotterranei. Ha poi accusato Hamas di utilizzare gli ospedali come depositi di armi e nascondigli per i suoi membri ma non è possibile verificare con certezza le affermazioni delle forze di difesa israeliane (Fdi).

L'esercito israeliano ha dichiarato che i suoi jet da combattimento avrebbero colpito Asem Abu Rakaba, che a loro dire era responsabile dei droni, del rilevamento aereo e della difesa aerea di Hamas e che aveva partecipato alla pianificazione dell' attacco del 7 ottobre.

Hamas non ha rilasciato alcun commento immediato e non è possibile verificare quest'informazione in maniera indipendente.

Il 27 ottobre l'Assemblea generale dell'Onu ha chiesto a stragrande maggioranza una tregua umanitaria immediata e duratura, nonché l'accesso libero degli aiuti nella Striscia.

"Siamo preoccupati per la punizione collettiva degli abitanti di Gaza in risposta agli atroci attacchi di Hamas, che costituiscono anche crimini di guerra", ha detto venerdì un portavoce dell'ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Ravina Shamdasani.

Intanto un quinto dei panifici di Gaza sostenuti dall'Unrwa, ancora riforniti di farina, è stato bombardato. 10 panifici su 50 sono stati distrutti negli attacchi aerei e il carburante necessario per trasportare la farina agli altri panifici sta finendo. La crisi potrebbe aggravarsi ulteriormente a causa delle disastrose mancanze di risorse essenziali a Gaza, che da sole potrebbero portare alla morte di migliaia di persone. Una situazione catastrofica. 

Al momento sono oltre 7mila le vittime palestinesi registrate in tutta la Striscia, secondo quanto riporta il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. Un bilancio destinato a crescere, visti gli attacchi israeliani in aumento e il fatto che molti altri sono ancora dispersi sotto le macerie. 

Il presidente statunitense Joe Biden aveva messo in dubbio i dati sulle vittime forniti dai funzionari palestinesi, dicendo di non avere "nessuna fiducia nei numeri usati dai palestinesi" senza fornire spiegazione alcuna sulle ragioni dietro alle sue affermazioni, secondo quanto riporta l'agenzia Reuters. L'Onu e altre agenzie internazionali come Human Rights Watch ritengono le stime del ministero affidabili e realistiche.

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