Pesanti accuse incrociate tra Paesi arabi e Israele all'Assemblea generale dell'Onu

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Di Michela Morsa
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I 193 Stati membri si sono riuniti in sessione straordinaria per discutere una risoluzione di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza presentata da 22 Paesi arabi

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Pesanti accuse incrociate tra i Paesi arabi e Israele dal palco dell'Assemblea generale dell'Onu, riunitasi in sessione straordinaria per discutere una risoluzione presentata dalla Giordania che chiede un "cessate il fuoco immediato" e l'accesso umanitario "senza ostacoli" nella Striscia di Gaza. Il testo arriva dopo il fallimento di altre due bozze di risoluzione presentate mercoledì al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. 

"Israele sta trasformando Gaza in un inferno perpetuo sulla terra. Il trauma perseguiterà intere generazioni", ha dichiarato il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi a nome dei 22 Paesi del gruppo arabo. "Il diritto all'autodifesa non è una licenza per uccidere impunemente, la punizione collettiva non è autodifesa, è un crimine di guerra", ha affermato.

In un momento in cui il Consiglio di sicurezza ha messo a nudo le sue divisioni respingendo a colpi di veto quattro risoluzioni sulla guerra tra Israele e Hamas in meno di due settimane, i Paesi arabi sperano che l'Assemblea Generale, dove i rapporti di forza sono diversi e nessun Paese ha diritto di veto, possa prendere posizione, anche se le sue risoluzioni non sono vincolanti. La bozza di risoluzione, che invita "tutte la parti a proteggere i civili", dovrebbe essere messa ai voti venerdì. 

Dal sanguinoso attacco di Hamas del 7 ottobre nel sud di Israele, secondo il ministero della Sanità di Hamas più di 7mila persone sono state uccise dai bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. Più di 1.400 i morti in Israele, causati principalmente dall'attacco di Hamas, secondo le autorità israeliane.

Accuse incrociate

"Settemila palestinesi sono stati uccisi da Israele nelle ultime quasi tre settimane. Il settanta per cento di tutte le persone uccise sono donne e bambini. Quasi tutti i morti sono civili. È questa la guerra che alcuni di voi stanno difendendo?", ha detto l'ambasciatore palestinese Riyad Mansour. 

La voce rotta dall'emozione, ha implorato i 193 Stati membri delle Nazioni unite di "fermare questa follia": "Avete la possibilità di fare qualcosa, di mandare un segnale importante. Scegliete la giustizia, non la vendetta. Non perdete questa opportunità. Le vite dipendono da questo e ogni vita è sacra. Per favore, salvate vite, salvate vite, salvate vite. Votate per il nostro progetto di risoluzione". 

È stato poi il turno dell'ambasciatore israeliano Gilad Erdan, che ha respinto con durezza la risoluzione: "Un cessate il fuoco significa dare ad Hamas il tempo di riarmarsi in modo da poterci massacrare di nuovo. Questa non è una speculazione. Lo faranno. Lo sapete tutti. Qualsiasi richiesta di cessate il fuoco non è un tentativo di pace, ma un tentativo di legare le mani a Israele, impedendoci di eliminare un’enorme minaccia per i nostri cittadini", ha detto Erdan. 

Poi si è scagliato contro coloro che hanno redatto la risoluzione: "Questa risoluzione è un insulto alla vostra intelligenza e appartiene alla pattumiera della storia", e contro l'Onu, che ha descritto come "un'organizzazione rotta e moralmente corrotta". 

L'Iran contro gli Stati Uniti

È intervenuto anche il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, che ha accusato gli Stati Uniti e diversi Paesi europei di essere schierati con il "regime di occupazione di Israele".

"Chiamano terroristi il movimento di autoliberazione palestinese [Hamas], che ha diritto all'autodifesa, ma si riferiscono al regime occupante e criminale di guerra [Israele] che sta commettendo un genocidio a Gaza come se avesse il diritto all'autodifesa", ha dichiarato Amirabdollahian, condannando l'aiuto militare e finanziario a Tel Aviv. 

"Raccomandiamo agli Stati Uniti di lavorare per la pace e la sicurezza, non per la guerra contro donne e bambini... E di smettere di inviare razzi, carri armati e bombe da usare contro la popolazione di Gaza. Gli Stati Uniti dovrebbero smettere di sostenere il genocidio a Gaza e in Palestina", ha aggiunto.

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