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"Canteremo insieme le canzoni della vittoria": l'ultimo messaggio di Mohammadi prima del carcere

Narges Mohammadi vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2023
Narges Mohammadi vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2023 Diritti d'autore  -/AFP or licensors
Diritti d'autore -/AFP or licensors
Di Euronews
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"Canteremo insieme le canzoni della vittoria": le parole di Narges Mohammadi, vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2023 prima di essere arrestata per l'ultima volta. L'attivista riceverà il premio in carcere

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Il mondo applaude Narges Mohammadi, vincitrice del Premio Nobel per la Pace di quest'anno. L'attivista iraniana è vicedirettrice del Centro per i difensori dei diritti umani in Iran. Considerata una delle più importanti attiviste per i diritti umani nell'Iran degli ayatollah, riceverà il premio nel carcere di Evin, dove sta scontando una pena di dieci anni per "propaganda contro lo Stato".

Prima del suo ultimo arresto ha inviato un messaggio di speranza dal sapore poetico a coloro che lottano per la libertà:

"Un giorno canteremo insieme le canzoni della vittoria con gioia e piacere nel nostro Paese e voi sentirete quella voce
Narges Mohammadi
Vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2023

Il marito e il figlio della vincitrice dell'attivista, che vivono in esilio in Francia, hanno accolto con entusiasmo la notizia. Il figlio Ali Rahmani ha raccontato di essersi sentito esplodere dentro quando ha avuto la notizia. "Il mio cuore si è fermato - ha detto - perché ho capito che aveva vinto davvero".

Reihane Taravati/AP
Narges Mohammadi vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2023 Reihane Taravati/AP

Messaggi positivi dai leader mondiali e dalle organizzazioni internazionali. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha definito la scelta del Comitato del Premio Nobel per la Pace "un messaggio molto importante".

È la seconda volta in 20 anni che il Nobel per la Pace viene assegnato a un'attivista iraniana per i diritti delle donne.

Shirin Ebadi è stata premiata per il suo lavoro pionieristico nella lotta per la democrazia nel 2003. Di fronte alle molestie, è stata costretta a fuggire dal paese. Vive a Londra dal 2009.

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